CALVINO, Italo
(App. III, I, p. 291)
Scrittore, morto a Siena il 19 settembre 1985. Se La giornata di uno scrutatore (1963) presenta un personaggio non più allegorico, come ne I nostri antenati (rist. nel 1985), ma concreto, in cui si riflettono la condizione esistenziale di C., i suoi dubbi e le sue sfiducie sugli esiti della democrazia italiana dopo la lotta di liberazione, Marcovaldo ovvero le stagioni in città (1963), per il divario che il protagonista soffre tra la sua sensibilità per la natura e la moderna società tecnologica, denuncia, non senza riflessi chapliniani, l'alienazione nella cosiddetta civiltà dei consumi: una condizione che ne Le cosmicomiche (1965) e in Ti con zero (1967) sprona la fantasia di C., con toni comico-ironici, ma non sempre con felici esiti estetici, all'invenzione di un personaggio-automa dal nome cifrato, la cui razionalità non può essere dell'uomo; così come solo artificialmente e al di fuori dell'uomo si può immaginare nell'epoca tecnologica la conciliazione tra il soggetto e il mondo esterno.
Il gusto per le infinite combinazioni dell'immaginario si accentua ne I tarocchi. Il mazzo visconteo di Bergamo a New York (1969), racconto inserito poi in Il castello dei destini incrociati (1973), libro in cui C. sperimenta anche la mescolanza degli stili; mentre in Le città invisibili (1972) emerge il tema dell'identità inafferrabile di Venezia, mai nominata eppure in qualche modo tratteggiata dal viaggiatore Marco Polo nei suoi utopici progetti. Ancor più trasfigurate e indistinte delle città ''invisibili'' appaiono le immagini della vita passata e presente al protagonista di Se una notte d'inverno un viaggiatore (1979), il quale si autodefinisce "presenza anonima su uno sfondo ancor più anonimo", in linea con la poetica dell'estraniamento irreversibile del soggetto che C. radicalizza in Palomar (1983), dove il protagonista evanescente, senza volto, passivo strumento dei sensi è tutto immerso nel "mare dell'oggettività". Quest'assoluta degradazione dell'io, ridotto a inafferrabili e oscuri impulsi e privato della totalità originaria, si riflette anche in Sotto il sole giaguaro (1986), la incompiuta raccolta postuma di racconti elaborati in tempi diversi. A C. si devono, tra l'altro, anche una rielaborazione narrativa dell'Orlando furioso (1970), l'introduzione a una raccolta in due volumi di Racconti fantastici dell'Ottocento (1983), nonché Una pietra sopra (1980), pagine di riflessione sulla sua esperienza intellettuale e civile. Postume sono apparse Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio (1988), serie di conferenze preparate per l'università di Harvard.
Bibl.: Limitandosi solo ai saggi di prevalente carattere monografico, si ricordano: G. Pescio Bottino, Calvino, Firenze 1967; J. R. Woodhouse, I. Calvino, Hull 1968; G. Bonura, Invito alla lettura di Calvino, Milano 1972 (rist. 1974); R. Schwaderer, I. Calvino, in AA.VV., Italienische Literatur der Gegenwart, Stoccarda 1974; S. Pautasso, in AA.VV., La letteratura italiana. I contemporanei, vi, Milano 1974, pp.1471-1507; F. Bernardini Napoletano, I segni nuovi di I. Calvino. Da "Le cosmicomiche" a "Le città invisibili", Roma 1977; A. Russi, I. Calvino, in AA.VV., Letteratura italiana contemporanea, iii, ivi 1982, pp. 453-71; C. Calligaris, I. Calvino, in AA.VV., Storia della letteratura italiana, ix, t. 2°, n. ed. Milano 1987; C. Milanini, L'utopia discontinua. Saggio su I. Calvino, ivi 1990.