IUGOSLAVIA (XX, p. 15)
Popolazione (p. 22). - I calcoli assegnano al totale del regno 15.174.000 ab. al gennaio 1937; la densità passa così da 56 - quale era alla data dell'ultimo censimento (1931) - a 61 ab. per kmq.
Il movimento naturale della popolazione, pur oscillando alquanto negli ultimi anni, consente un ritmo di accrescimento che è tra i più notevoli in Europa, come risulta dai seguenti indici (‰):
L'emigrazione transoceanica, che aveva registrato 15.730 partenze nel 1929, si è ridotta a proporzioni insignificanti (1805 nel 1934); quella continentale, diretta essenzialmente verso la Francia e il Belgio (circa 3/4 del totale), è scesa da 19.425 partenze nel 1929 a 11.004 nel 1934 (ma appena 6642 nel 1932).
Condizioni economiche. - La produzione agricola (p. 27) è andata crescendo negli ultimi anni e per l'aumento complessivo delle superficie messe a coltura e per i più elevati redditi unitarî. Lo provano i dati statistici qui raccolti per confronto:
La consistenza del patrimonio zootecnico (p. 27) era calcolata nel 1935 così (in migliaia di capi): ovini 9211; bovini 3982; suini 2932; caprini 1896; cavalli 1201; asini e muli 139; pollame 17.772 (1933); oche 1038 (1933); anatre 974 (1933).
Delle diverse estrazioni minerarie (p. 30) si ricordano solo qui le più importanti (in migliaia di tonnellate):
La produzione mineraria iugoslava è così alla testa delle europee per la bauxite - per la quale ha superato l'Italia - il piombo ed il cromo, e al secondo posto per il rame, venendo subito dopo la Germania e prima della Spagna.
Comunicazioni (p. 34). - La rete stradale iugoslava misura oggi 41.063 km., ossia un km. di strada ogni 6 kmq. di territorio (ogni 2 kmq. circa in Italia); di questa rete 9845 km. sono rappresentati da strade statali. Sempre più numerose diventano le linee automobilistiche che attualmente ammontano a circa 400. La rete ferroviaria, che nel 1920 misurava 9100 km., è salita ora (1935) a 10.182 chilometri, dei quali 9370 eserciti dallo stato (7500 km. a scartamento normale). Ciò corrisponde a 4,1 km. per ogni 100 kmq. di superficie (Italia 7,4) e a 6,9 km. per ogni 10 mila ab. (Italia 5,4).
Commercio estero (p. 35). - La bilancia commerciale si è sempre chiusa in attivo, dal 1932 in poi; il suo andamento è indicato dalle cifre seguenti (in milioni di dinari):
L'Italia è stata per varî anni la migliore cliente della Iugoslavia; la quota italiana nell'esportazione iugoslava è però scesa dal 20,6%, nel 1934 al 16,7% nel 1935 ed appena al 3,1% nel 1936. In senso inverso le percentuali furono rispettivamente del 15,5%, del 10% e, sempre nel 1936, del 2,5%. Il paese rimane ancora dì quelli che in Europa hanno proporzionalmente una più debole intensità di traffici.
Aviazione civile (p. 35). - L'aviazione civile è sotto il diretto controllo del governo. La direzione tecnica è affidata al comando dell'aeronautiea (sezione aviazione civile). Tale sezione sorveglia il funzionamento delle linee aeree civili, controlla l'applicazione delle leggi, regolamenti, ecc., favorisce lo sviluppo dell'industria e del turismo aereo nazionale.
Alla propaganda aeronautica del paese presiede l'associazione nazionale "Naša Krila", che ha il compito di curare l'addestramento dei piloti in congedo, di organizzare manifestazioni e gare aviatorie. Essa possiede una scuola di pilotaggio per piloti civili a Semlino (Zemun) e varie scuole per il volo a vela nei principali centri.
Il traffico aereo sul territorio iugoslavo è assicurato, oltre che dall'unica società nazionale "Aeroput", anche dalle principali società estere. Attualmente esistono le seguenti aerolinee: società "Aeroput": BelgradoSarajevo-Ragusa, Belgrado-Borovo-Zagabria-Sušak, Belgrado-SkopljeBitolj-Salonicco, Zagabria-Sarajevo-Ragusa, Zagabria-Lubiana-Sušak, Zagabria-Graz-Vienna.
Società "C. S. A." (cecoslovacca): Praga-Bratislava-Zagabria-Sušak.
Società "O. E. L. A. G." (austriaca): Vienna-Graz-Klagenfurt-Lubiana- Sušak.
Società "Air France" (francese): Parigi-Praga-Vienna-Belgrado-Bucarest.
Società "Ala Littoria": Roma-Belgrado-Bucarest.
Società "L. A. R. E. S." (romena): Bucarest-Belgrado-Zagabria-Venezia-Milano.
Società "Lufthansa" (tedesca): Berlino-Vienna-Budapest-Belgrado-Sofia- Salonicco-Atene.
L'industria aeronautica iugoslava è rappresentata da tre fabbriche specializzate per la costruzione di velivoli (società Ikarus a Semlino; società Zmaj a Semlino, società Rogozarski a Belgrado) e da 2 officine per la costruzione di motori (su licenza).
Marina mercantile (p. 35). - Al 30 giugno 1937 era costituita di 177 navi per tonn. lorde 379.163 (Lloyd's Register, 1937-38); predominano i piroscafi: 163 per 376 mila tonn.; la prima motonave è stata acquistata nel 1937.
Culti (p. 37). - Le diocesi di Cattaro, Lesina con uniti i titoli di Brazza e Lissa, Ragusa, Sebenico, Spalato e Macarsca e quella di Lubiana sono ora immediatamente soggette alla Santa Sede. L'amministrazione apostolica della Bačka (1923) comprende la parte iugoslava dell'arcidiocesi di Kalocza; quella del Banato iugoslavo (1925) la parte iugoslava della diocesi di Csanád.
Esercito (p. 37). - Attraverso recenti modificazioni l'esercito iugoslavo risulta oggi costituito di: 5 comandi di armata (su 3-4 divisioni di fanteria ciascuno, 1 divisione di cavalleria eventuale, 1 reggimento di artiglieria d'armata); 17 divisioni di fanteria (delle quali 1 della Guardia reale); 2 divisioni di cavalleria; 2 compagnie carri armati (120 carri), 1 battaglione chimico.
La divisione di fanteria ha da 2 a 4 reggimenti di fanteria, 2 reggimenti di artiglieria, 1 squadrone cavalleria, 2 battaglioni genio (zappatori e telegrafisti), 1 compagnia aerostieri.
La divisione della Guardia: 1 reggimento di fanteria, 2 di cavalleria, 1 di artiglieria leggiera.
La divisione di cavalleria: 2 brigate di cavalleria (su 2 reggimenti), 1 gruppo artiglieria a cavallo, 1 squadrone mitraglieri, 1 battaglione ciclisti, 2 sezioni genio di cavalleria, 1 sezione automobilisti.
Complessivamente l'esercito iugoslavo comprende: 58 reggimenti di fanteria, 10 di cavalleria, 21 reggimenti e 11 gruppi autonomi di artiglieria divisionaria, 5 di artiglieria d'armata, 3 contro aerei, 1 da fortezza e 1 di artiglieria della Guardia, 2 gruppi artiglieria a cavallo e 3 di artiglieria pesante, 6 reggimenti genio (2 zappatori, 2 pontieri, 1 ferrovieri, 1 collegamenti) e 1 battaglione colombofili.
Marina militare (p. 37). - Sono in costruzione 3 cacciatorpediniere da 1210 t., probabilmente del tipo Dubrovnik migliorato. La forza bilanciata è di 7000 uomini.
Aviazione militare (p. 38). - Le forze aeree iugoslave comprendono l'aviazione terrestre (comando dell'aeronautica) e l'aviazione marittima (comando dell'idroaviazione), rispettivamente alle dirette dipendenze del Ministero della guerra e marina e dello Stato maggiore della marina. L'aeronautica terrestre comprende sei reggimenti misti d'aviazione e un gruppo autonomo da bombardamento. Ogni reggimento è su sei squadriglie d'impiego e una d'addestramento. Attualmente le forze aeree terrestri comprendono: 2 brigate, 6 reggimenti, 16 gruppi, 40 squadriglie (16 da bombardamento, 10 da caccia e 14 da ricognizione) con un totale di 918 apparecchi (compresi quelli per la scuola e l'addestramento).
Per la formazione, specializzazione e addestramento del personale, esistono le seguenti scuole: di pilotaggio per ufficiali e allievi ufficiali a Novi Sad, per sottufficiali e truppa a Kraljevo, caccia a Semlino, tiro aereo a Bela Crkva, osservazione aerea (ufficiali) a Novi Sad, osservazione aerea (sottufficiali) a Mostar, specializzati truppa a Petrovaradin.
L'idroaviazione comprende due comandi (Divulje e Gjenović) con sette squadriglie d'impiego (4 da bombardamento e 3 da ricognizione) e 2 squadriglie scuola (una per ogni comando). Complessivamente essa dispone di circa 116 apparecchi.
Finanze (p. 38). - Nel 1934-35, grazie al miglioramento della congiuntura e a una severa deflazione delle spese, dopo tre anni di deficit, il bilancio si è di nuovo chiuso in avanzo.
Al 31 marzo 1936 il debito estero (non compreso il debito di guerra) ammontava a 21,4 miliardi (dal 1932 il servizio ne è stato sospeso) e il debito interno ammontava a 8,9, di cui 6,0 di consolidato.
Al 31 dicembre 1937 i biglietti in circolazione ammontavano a 5,8 miliardi e le riserve a 1,7 in oro e 0,4 in divise.
Il controllo dei cambî, soppresso nel giugno 1931 e ripristinato nell'ottobre, è stato recentemente più volte attenuato.
Dal luglio 1932 si è verificata tuttavia una svalutazione di fatto del dinaro di circa il 25%, svalutazione implicitamente riconosciuta dal premio sui cambî accordato dalla Banca nazionale (ottobre 1932) e dalla rivalutazione delle riserve della Banca stessa (gennaio 1935).
Bibl.: C. Hassenstein, Das Königreich Südslavien, Erlangen 1934; L. Peschitsch, Die Handelspolitik Jugoslawiens, Berlino 1935; G. Maur, Die Jugoslaven einst und jetzt, Lipsia e Vienna 1936; B. Mirkovitch, La Yougoslavie politique et économique, Parigi 1936; E. Y. Patterson, Jugoslavia, Londra 1936; M. Yandchevitch, la Yougoslavie dans les Balkans, Parigi 1936. - Per le finanze, v. le pubbl. period. della Società delle nazioni, specie l'Annuario.
Storia (p. 39). - Negli anni 1933 e 1934, quinto e sesto della dittatura, andarono accentuandosi i sintomi di disagio all'interno e nelle relazioni coll'estero. Il terrorismo esercitato dovunque dalla polizia, la condanna a 3 anni di carcere duro di Maček, reo di aver firmato il cosiddetto "programma federale di Zagabria", avevano spinto molti nazionalisti croati e macedoni a ricoverarsi negli stati confinarî, da dove rispondevano con attentati terroristici in territorio iugoslavo. Da ciò derivarono continui incidenti con l'Ungheria, la chiusura dei confini con la Bulgaria. Con l'Italia, nonostante da parte iugoslava continuassero atti di dispetto e d'ostilità, come la vandalica distruzione dei leoni veneti di Traù, si addivenne nei primi mesi del 1934 ad un accordo addizionale al trattato di commercio; ma poi subito le relazioni peggiorarono, tanto che la delegazione italiana per una conferenza interparlamentare a Belgrado sospese a Venezia il suo viaggio. La Iugoslavia allora, non sentendosi più abbastanza assicurata dalla Piccola Intesa, stipulò il 9 febbraio 1934 in Atene il nuovo Patto balcanico con la Romania, la Grecia e la Turchia, con esclusione della Bulgaria e dell'Albania. Intanto il disagio economico faceva gonfiare il movimento bolscevico. Invano il ministro degli Esteri Jeftić intraprese nel giugno 1934 un viaggio con scopi finanziarî a Parigi; invano l'episcopato cattolico protestò nella forma più blanda e legalitaria contro le persecuzioni fatte al suo clero; invano uomini politici inglesi, fra i quali Seton Watson e W. Steed, padrini della nascita della Iugoslavia, invocarono un urgente mutamento della costituzione. L'uragano, che tutti presentivano e che nessuno voleva vedere, scoppiò il 9 ottobre 1934 a Marsiglia, allo sbarco di re Alessandro, diretto a Parigi in un viaggio politico, fatto, si disse, con l'intenzione di migliorare le relazioni della Iugoslavia e della Francia con l'Italia. Un complotto di Croati e Macedoni (l'attentatore, morto sul posto, non è stato mai bene identificato), approfittando delle deficenti misure precauzionali della polizia, fece due grandi vittime, re Alessandro e il ministro degli Esteri francese, Barthou. All'assassinio, che inorridì il mondo, stordì e costernò tutta la Iugoslavia, non seguì alcun moto rivoluzionario all'interno, né aggressione dall'estero, segno che il misfatto era stato opera di singoli. Re Alessandro fu proclamato Martire, Eroe, Unificatore. A lui successe sul trono il figlio Pietro II, minorenne, per cui, per disposizione testamentaria, il potere sovrano fu assunto da un consiglio di reggenza, formato dal principe Paolo Karagjorgiević, cugino del re defunto, da Radenko Stanković, senatore ed ex-ministro e da Ivo Perović, bano. Le convulsioni, derivate dall'eccidio di Marsiglia, si prolungarono per un anno circa ed ebbero: a) un epilogo diplomatico a Ginevra, dove nel maggio 1935 il Consiglio della Società delle nazioni dichiarava chiusa la questione dell'appello iugoslavo contro l'Ungheria; b) uno giudiziario alle Assise di Aix-en-Provence, dove nel febbraio 1936 venivano condannati a morte in contumacia Ante Pavelić, capo dei rivoluzionarî croati e il suo aiutante Kvaternik, e ai lavori forzati a vita tre Croati, raccolti, sbandati, in territorio di Francia; c) uno politico con la chiamata al governo di Milan Stojadinović.
Il Consiglio di reggenza rallentò subito la stretta dei sistemi dittatoriali, ma la tranquillità stentò a farsi strada. Il vecchio presidente Uzunoviće dopo di lui Jeftić, che diresse le elezioni politiche del maggio 1935, non riuscirono a calmare gli animi. Scoppiarono nuovi conflitti sanguinosi fra la popolazione croata e i gendarmi; l'episcopato croato presentò un nuovo memoriale; l'opposizione dei demorurali strinse le file e allargò la sua coalizione; i neoeletti deputati croati si astennero dalla Skupština. Il 23 giugno 1935 il reggente Principe Paolo affidò l'incarico di formare un nuovo ministero allo Stoiadinović, ministro delle Finanze nel precedente gabinetto Jeftić. Stoiadinović salì al governo chiamato dalla fiducia della reggenza, piuttosto che esservi portato da un partito o da una corrente politica. Fu qualificato come "l'uomo dell'avvenire", perché si sapeva com'egli anteponesse, ai sentimentalismi irreali, gl'interessi reali della sua nazione. E infatti, senza nulla mutare nella sostanza, ma col solo miglioramento della forma, egli riuscì, nel breve periodo di un anno, quasi a capovolgere la situazione. Disarmò i Croati togliendo loro il bavaglio dalla bocca; calmò il clero cattolico preparando un concordato con la S. Sede; combatté il sovversivismo diminuendo la disoccupazione e la miseria a mezzo di vasti lavori pubblici. Ma l'opera maggiore, compiuta finora dallo Stojadinović, è stata quella di modificare l'indirizzo della politica estera iugoslava, col riprendere l'idea di avvicinamento e di collaborazione con l'Italia, secondo le direttive del patto di amicizia, stipulato dal Pasić nel 1924. Accettando la "mano tesa attraverso l'Adriatico" e aderendo alla "sfida al bolscevismo", come fu chiamato il discorso del Duce a Milano nell'ottobre del 1936, collaborò alla maturazione dell'accordo politico, implicante il rispetto reciproco delle frontiere, seguito dall'accordo commerciale, accordi detti "Patto della pacificazione adriatica", firmati dal ministro G. Ciano a Belgrado il 25 marzo 1937. Il 16 novembre la Iugoslavia riconobbe l'Impero e il 5 dicembre 1937 lo Stojadinović restituì a Roma la visita del conte Ciano. Da allora le relazioni economiche, culturali, politiche italo-iugoslave si sono rimesse sulla buona via, con la promessa di dare frutti sempre maggiori.
Un altro merito dello Stojadinović è stato quello di comprendere l'importanza dell'asse Roma-Berlino, la qual cosa gli permise di dare alla sua politica danubiana un nuovo orientamento, senza pregiudicare le amicizie precedenti. In un'atmosfera rasserenata Belgrado stipulò il 24 gennaio 1937 un patto di amicizia perpetua con la Bulgaria. Come coronamento di questa nuova politica, la Iugoslavia poté riconoscere, immediatamente e senza perturbazioni, il fatto compiuto dell'Anschluss dell'Austria alla Germania e compiere un gesto antibolscevico, preparando il riconoscimento del governo nazionalista di Franco in Spagna.
Un insuccesso è stato invece segnato dallo Stojadinović nella questione del concordato con la S. Sede. Preparato dai governi precedenti, il concordato era stato firmato solennemente nella Città del Vaticano il 25 luglio 1935 da un rappresentante del governo Stojadinović, con la solita riserva della sollecita approvazione da parte delle due Camere di Belgrado. A causa della violenta campagna, mossa da tutto il mondo ortodosso serbo, il progetto poté essere presentato alla Skupština appena nel novembre 1936 e approvato a stento nel luglio 1937. Allora il "Santo Concilio Episcopale Serbo Ortodosso" scatenò un'opposizione furibonda, colpendo con l'anatema tutti coloro che avevano favorito il concordato, compreso lo Stojadinović. La questione si complicò con la malattia e con la morte del capo della Chiesa ortodossa serba, patriarca Barnaba, finché lo Stojadinović, per mettere fine a un conflitto che minacciava di sovvertire l'ordine pubblico, si vide indotto a dichiarare pubblicamente che il concordato col Vaticano non sarebbe stato più presentato alla Rappresentanza nazionale per la legalizzazione. Ma nel complesso, grazie all'intuizione psicologica e politica dello Stojadinović, l'atmosfera della Iugoslavia si è rasserenata.
Bibl.: G. Solari-Bozzi, La Iugoslavia sotto la dittatura, Roma 1933; O. Randi, La Iugoslavia nell'ora presente, Trieste 1934; G. Paresce, Italia e Iugoslavia, Firenze 1935; Il Concordato iugoslavo, in L'Osservatore Romano, Città del Vaticano, 19 febbraio 1938; C. A. Ferrario, Vicende e problemi della penisola balcanica, 1815-1937, Milano 1937; R. W. Seton-Watson, King Alexander's assassination. Its Background and Effects, Londra 1935; I. Augarde e E. Sicard, Alexandre Ier, le roi chevalier, Parigi 1935; Claude Eylan, La vie et la mort d'Alexandre Ier, Parigi 1935; Lazare Markovitch, La politique extérieure de la Yougoslavie, ivi 1935; G. In der Maur, Die Jugoslaven einst und jetzt, voll. 3, Lipsia-Vienna 1936; Ante Palević, Aus dem Kampfe um den selbständigen Staat Kroatien, Vienna 1931.
Diritto.
Diritto civile. - Quando nel 1918 fu fondato lo stato iugoslavo, non c'era un diritto iugoslavo unitario: esso si presentava nella forma di diritti particolari, in corrispondenza ai gruppi di territorî che venivano riuniti in uno stato unitario. C'erano allora, e ci sono ancora oggi, dopo il compimento dell'organizzazione giudiziaria, sei territorî giurisdizionali, che s'identificano con le circoscrizioni dei dipartimenti del tribunale della Cassazione. I territorî giurisdizionali del tribunale della Cassazione sono: Belgrado (Corti d'appello di Belgrado e di Skoplje) che abbraccia il territorio serbo del 1914; il territorio del tribunale settemvirale di Zagabria, sezione B, per le Corti d'appello di Lubiana (Slovenia) e Spalato (Dalmazia); il territorio del tribunale settemvirale di Zagabria, che comprende l'antica Croazia e la Slavonia; la circoscrizione del tribunale della Cassazione di Belgrado, dipartimento B in Novi Sad, che consiste nella Voivodina con il Medjumurie; la circoscrizione del tribunale superiore di Sarajevo per le antiche provincie di Bosnia ed Erzegovina, e infine la circoscrizione del tribunale superiore in Podgorizza, abbracciante l'antico Montenegro. Benché l'unificazione del diritto possa vantare progressi e successi d'importanza straordinaria per i sedici anni di vita unitaria, tuttavia, nel campo del diritto civile generale è rimasta limitata ad alcuni rami. Il progetto di codice civile, che in sostanza si appoggia al codice austriaco del 1811, è già pronto ed elaborato, ma è ancora incerto se diventerà legge. Quindi nel territorio di Belgrado vige il codice serbo del 1844, che è un'edizione ridotta della legge austriaca, per quanto se ne allontani molto nel diritto ereditario. Nelle circoscrizioni dei due dipartimenti di Zagabria, nel territorio dell'antico Confine militare, nella Voivodina e a Sarajevo vige ancora la legge austriaca sopra ricordata, che per il dipartimento B di Zagabria è integrata dalle tre leggi suppletive parziali degli anni 1914-1916. Inoltre a Sarajevo vengono applicate per la popolazione musulmana le disposizioni del codice ottomano Megelle-i aḥkām-i ‛adliye e la sharī‛a. Le disposizioni concernenti i diritti reali della legge austriaca vigono anche a Novi Sad, dove inoltre (eccettuati i territorî di giurisdizione di alcuni tribunali distrettuali dove vige il codice austriaco) domina in genere ancora il diritto consuetudinario ungherese. A Podgorizza è ancora in vigore il codice generale sui diritti patrimoniali del 1888, il quale però - come è ovvio - non contempla il diritto familiare e successorio che per la massima parte è rimasto non scritto. Si deve rilevare che la popolazione campagnola in Serbia, nel Montenegro e nella Croazia-Slavonia vive ancor oggi nella Zadruga, comunità di famiglie o di case. La Zadruga, i cui rapporti giuridici non sono regolati unitariamente nei particolari, significa un gruppo di persone unite in vita comune dal vincolo di parentela, dal lavoro e dai beni. Tutte le persone della comunità vivono sui possedimenti comuni, tutte sono obbligate a lavorare per l'utile della Zadruga. I beni della Zadruga appartengono alla comunità, ad essa va il guadagno dei suoi membri, ai quali compete il diritto di partecipare dell'intera ricchezza di tale società. La Zadruga può venir sciolta solo in casi particolari fissati dalla legge; il singolo riceve la sua parte della proprietà comune solo quando se ne distacchi.
Peraltro, queste grandi leggi speciali non sono più vigenti oggi in ogni loro parte. Ricordiamo solo le più importanti leggi unificatrici.
Il raggiungimento della maggiore età venne fissato al compimento del ventunesimo anno (legge del 1919). I rapporti di colonato e altri simili rapporti giuridici fu10no aboliti dalle leggi agrarie, e i coloni furono dichiarati proprietarî indipendenti della terra coltivata. L'indennità agli antichi proprietarî espropriati viene versata dallo stato, e i nuovi proprietarî sono obbligati dallo stato a una corrispondente indennità, da versarsi ratealmente. Per i diritti immobiliari sono molto importanti le tre leggi sui catasti (1930), le qualì stabiliscono che l'acquisto, la cessione, la perdita di diritti reali su beni immobili dipendono dall'iscrizione nel catasto. Poiché nei territorî di Belgrado e di Podgorizza il catasto è ancora da fare, i diritti di proprietà e d'ipoteca su immobili sono transitoriamente regolati dalla "legge della tapie" del 1931. Per tapie s'intende l'istrumento che documenta i sopraricordati diritti reali, e che viene registrato in registri conservati presso i tribunali. Nel campo del diritto delle obbligazioni va ricordata la legge sull'impugnazione di negozî giuridici al di fuori del fallimento (1931), che è stata concepita sul modello austriaco. La situazione giuridica del personale ausiliario del commercio e dell'artigianato è regolata dalla legge sull'artigianato del 1931, quella del personale marittimo da un decreto del 1935. Nel 1935 è stata introdotta una moratoria di dodici anni per i debiti dei contadini, e venne fissato anche un massimo del saggio dell'interesse, che può superare il saggio di sconto della Banca Nazionale al massimo del 5%.
Diritto commerciale e diritto cambiario. - Il diritto commerciale e cambiario è regolato per i territorî di Belgrado e di Skoplje dal codice di commercio del 1860, che per il contenuto è formato sul modello del code de commerce francese, e che vigeva anche nel territorio di Podgorizza, quasi per intero (legge del 1910). A Lubiana e Spalato è ancora in vigore il codice di commercio austriaco, insieme con la legge austriaca sulle società a responsabilità limitata, che invece è sconosciuta nelle altre circoscrizioni; a Zagabria e a Novi Sad vige il codice di commercio ungherese, a Sarajevo un rimaneggiamento di quest'ultimo. Gli ultimi quattro codici differiscono l'uno dall'altro solo per disposizioni secondarie. Il periodo in cui rimarranno in vigore tutti questi codici è tuttavia limitato, perché nel 1937 fu approvato dall'Assemblea nazionale il nuovo codice mercantile unitario, che consta di tre libri.
Il primo libro tratta dei commercianti e del personale addetto al commercio; viene considerato commerciante chi conduce un'azienda a fini di lucro. Il secondo libro contiene prescrizioni sulle quattro specie di società commerciali: il codice enumera cioè la società in nome collettivo, la società in accomandita, la società per azioni e la società a garanzia limitata. Vengono anche trattate, in aggiunta, la società di fatto e le società straniere. Il codice non contiene disposizioni su uno speciale diritto di obbligazione mercantile, e in questo proposito sono rimaste ancora in vigore le disposizioni dei codici mercantili particolari. Va inoltre menzionata la legge promulgata nel 1937 sui consorzî di produzione. Il codice designa come consorzî le associazioni di un numero indeterminato e variabile di membri, le quali devono promuovere il profitto dei consorziati mediante la comune gestione degli affari in base al principio dell'appoggio reciproco. Di regola, dove la legge non lo permette esplicitamente, i consorzî possono concludere affari soltanto con consorziati; d'ordinario si rinuncia alla ripartizione degli utili netti; i consorziati sono garanti per i debiti del consorzio in via sussidiaria limitatamente o illimitatameme.
Il diritto cambiario è regolato unitariamente. La legge del 1928 riconosce una facoltà generale di emetter cambiali, e accetta in gran parte la convenzione dell'Aia del 1912; inoltre sono state ratificate le convenzioni ginevrine del 1930 sul diritto cambiario, cosicché è imminente una riforma di questa materia. Contemporaneamente alla legge cambiaria è entrata in vigore la legge sugli assegni bancarî (chèques). A parte altre piccole leggi, vanno ìnfine ricordati: il regolamento sulla circolazione del 1925, che riguarda il trasporto di persone e merci sulle ferrovie nell'interno dello stato; la legge del 1927 sulle due convenzioni di Berna riguardanti i trasporti interstatali; e la legge sulla circolazione aerea del 1928. La legge sulla concorrenza sleale, che stabilisce sette fattispecie particolari, accanto a una generale, è del 1930; da ultimo ricorderemo la legge sui magazzini pubblici, pure del 1930.
Legislazione sui beni immateriali. - A norma della legge sulla proprietà industriale (1920, con la suppletiva del 1922) il diritto di privativa dura 15 anni, il diritto sui modelli e disegni di fabbrica 10 anni, e la tutela dei marchî di fabbrica dura finché vengono corrisposte le tasse rispettive. Le liti su questi diritti devono essere portate per il giudizio e per l'accomodamento davanti all'ufficio per la protezione della proprietà industriale in Belgrado. A norma della legge per la tutela del diritto d'autore (1929) tutte le opere letterarie e artistiche vengono tutelate dalla legge per 50 anni, quelle fotografiche per 20 anni. Però il diritto esclusivo di traduzione in lingua serbo-croata o slovena si estingue qualora una traduzione autorizzata in una di queste lingue non sia stata messa in circolazione entro dieci anni dalla pubblicazione dell'originale. La legge sui nomi di persone regola il conferimento dei nomi alle persone fisiche (1929), ma la costituzione ha abolito la nobiltà e gli altri diritti di nascita.
Organizzazione giudiziaria. - La giurisdizione viene esercitata in prima istanza dai tribunali distrettuali e circondariali; questi ultimi fungono anche come tribunali di seconda istanza in questioni che in prima istanza erano state portate davanti a un tribunale distrettuale. I tribunali distrettuali e in parte anche quelli circondariali sono tribunali con un solo giudice. Per la seconda istanza sono istituiti i tribunali circondariali, costituiti dalle otto corti d'appello ricordate: su di esse, come unico esclusivo tribunale di terza istanza, vi è la corte di cassazione. Questa organizzazione giudiziaria basata sulla legge del 1929 è già stata portata a termine, con una sola eccezione non è ancora stata istituita la corte di cassazione unica, e le sue funzioni vengono esercitate, come da suoi dipartimenti, dalle corti già ricordate. Ai tribunali circondariali è affidata anche la tenuta dei registri catastali, a quelli distrettuali la tenuta dei registri commerciali e delle cooperative. A Belgrado e Zagabria vi sono tribunali di commercio indipendenti (quello di Zagabria non è ancora stato istituito); vi sono inoltre "senati" particolari, formati di due giudici di professione e di un proboviro, presso i tribunali circondariali. I tribunali circondariali di Sušak, Spalato e Ragusa fungono anche da tribunali marittimi. A parte molti tribunali arbitrali autorizzati o privati, nei territorî abitati da popolazione musulmana, rimangono ancora i tribunali circondariali della sharī'a, e, come seconda istanza, i tribunali superiori della sharī'a a Sarajevo e Skoplje. Questi tribunali giudicano su questioni familiari ed ereditarie fra musulmani, come pure sugli affari dei beni wāqf. L'abilitazione a esercitare l'ufficio di giudice si ottiene dopo un servizio preparatorio triennale e dopo l'esame presso una corte d'appello, a norma della legge del 1929. Secondo la costituzione è garantita ai giudici l'inamovibìlità. La rappresentanza civile dello stato e di alcune amministrazioni autonome è affidata alle procure di stato presso le corti d'appello in funzione, con a capo la suprema procura di stato, a Belgrado, a norma della legge del 1929. L'avvocatura è libera, e regola i proprî affari in maniera autonoma nelle camere degli avvocati, le cui circoscrizioni coincidono con quelle delle corti d'appello. Per essere ammesso all'ordine degli avvocati occorre aver compiuto un servizio preparatorio di cinque anni, che però non viene richiesto agli antichi giudici, e superare l'esame di avvocato o di giudice. Anche il corpo notarile gode di una notevole autonomia, ed è organizzato in camere notarili: ma la nomina dei notai è compiuta dal ministro della Giustizia, per posti prestabiliti; l'istituto notarile esiste al presente solo nelle circoscrizioni giudiziarie di Lubiana, Spalato, Novi Sad e Zagabria.
Diritto processuale civile. - La procedura civile per le liti è regolata dalla legge del 1929, che segue con qualche piccola eccezione il modello del regolamento di procedura civile austriaco. Le caratteristiche principali sono: prevalenza dell'azione d'ufficio, principio della concentrazione, libera valutazione delle prove, obbligatorietà dell'avvocato davanti al tribunale circondariale, esclusione di nuovi dati di fatto e nuove prove nelle istanze superiori. I tribunali distrettuali sono competenti per le liti fino a 12.000 dinari, il giudice unico del tribunale circondariale fino a 30.000 dinari; al di là occorre un tribunale collegiale. A eccezione di Podgorizza, la legge è in vigore per tutto lo stato. Dal 1938 è in vigore la legge unitaria del 1930 sull'esecuzione. Anche questa è redatta sul modello dell'ordinamento austriaco. Essa tratta anche delle misure di sicurezza (procedimento dell'arresto) e delle ordinanze provvisorie da emanarsi durante il processo o prima di esso.
La legge per la procedura in affari non contenziosi (1934), eccetto Podgorizza, è anch'essa in vigore per tutto il regno; essa si riferisce a tutti i casi di volontaria giurisdizione.
Anche il diritto fallimentare è regolato unitariamente. Le caratteristiche principali della legge sui fallimenti sono: nessuna differenza fra il fallimento dei commercianti e quello dei non commercianti; la procedura è diretta da un curatore nominato dal debitore, al quale può essere aggregato un comitato elettivo di creditori; sorveglianza di questi due organi da parte del giudice fallimentare, e, per affari più importanti, da un senato fallimentare; i creditori godono di un'autonomia limitata nelle adunanze dei creditori. I tipi più comuni di conclusione sono la ripartizione dell'attivo fallimentare o la conclusione d'un concordato forzoso. La procedura per il concordato preventivo (legge del 1929) è accessibile a tutti i soggetti di diritto, ma l'apertura di tale procedura è resa difficile da presupposti negativi e positivi: dev'essere terminata entro novanta giorni, la quota minima dev'essere del 40 o 50%, pagabile in un anno o in un anno e mezzo. L'adempimento del concordato, che dev'essere omologato giudiziariamente, non viene sorvegliato, fuorché per gl'istituti che raccolgono depositi di risparmio. Particolari facilitazioni, in specie anche una liquidazione extrafallimentare, sono concesse a istituti finanziarî che hanno sofferto difficoltà durante la grande crisi.
Diritto penale, diritto processuale penale. - Il codice penale del 1929 è basato sul principio della colpa. La responsabilità penale comincia col compimento del quattordicesimo anno. Intenzione e trascuratezza sono considerate forme di colpa; per conseguenze preterintenzionali si è responsabili solo in casi espressamente determinati, qualora questi potessero venir preveduti dal reo. Il tentativo è punibile solo per azioni premeditate, altrimenti soltanto nel caso d'un'espressa prescrizione della legge. I crimini vengono puniti con la pena di morte per capestro, con la reclusione, o con la pena del carcere; i delitti con detenzione dura, con detenzione semplice, e con pene pecuniarie. Reclusione e detenzione dura sono pene disonoranti. Nel calcolo della pena il giudice gode di una considerevole libertà di giudizio: in specie se il reo risulta parzialmente responsabile; nel caso di delitti non gravi, si può concedere la pena condizionale. Contro irresponsabili, recidivi, renitenti al lavoro, e bevitori abituali debbono essere decretate misure di sicurezza. Per giovani al disotto dei 18 anni vi sono prescrizioni particolari. La riabilitazione è di due specie: consiste o nel condono di pene infamanti emanate in perpetuo, o nella cancellazione delle pene stesse: questa è possibile solo per la prima condanna, trascorsi cinque anni dall'espiazione della pena. Le disposizioni del codice penale generale dànno la norma anche al codice penale militare (1930), in quanto questo non dia disposizioni che se ne allontanino. In attesa di una legge sulle contravvenzioni, sono state lasciate in vigore ancora vecchie prescrizioni regionali. Per i delitti e la propaganda contro lo stato (specialmente comunistica) provvede la legge per la protezione della pubblica sicurezza e dell'ordine dello stato (modificata l'ultima volta nel 1929). La legge sulla stampa del 1925 (modificata nel 1929) è basata anch'essa sul principio della colpa; ma, se questa non può esser dimostrata, si ricorre al principio della responsabilità par cascades delle persone compartecipi allo scritto.
Il processo penale (legge 1929, con le suppletive del 1931 e del 1935, che miravano da un lato al disgravio dei tribunali superiori, dall'altro all'accelerazione del processo) può essere istruito solo su richiesta di un accusatore autorizzato (pubblico ministero per determinati delitti), altrimenti da un accusatore privato. I tribunali distrettuali sono competenti per delitti per i quali sia preveduta una pena massima di un anno di detenzione; i giudici dei tribunali circondariali per le altre infrazioni e per i delitti dei minorenni fino a sedici anni; altrimenti è competente il "senato", e cioè un collegio di cinque giudici, se per il delitto è preveduta la pena di morte o l'ergastolo; un collegio di tre giudici negli altri casi. Contro le sentenze di un giudice, mezzo legale d'impugnazione è l'appello al tribunale immediatamente superiore; contro i senati, per i punti di diritto, l'istanza di revisione alla corte di cassazione, e per la pena o per le misure di sicurezza alla corte d'appello. Le pene pecuniarie o del carcere possono essere sospese per ragioni importanti. L'espiazione della pena del carcere è compiuta secondo il sistema progressivo irlandese (legge del 1929). Il processo davanti al tribunale di stato per la difesa dello stato è analogo, ma non conosce nessun mezzo legale d'appello o di revisione. Il processo davanti ai tribunali militari è regolato con la legge del 1901, che è ancora dominata, in contrasto con il processo penale generale, dal principio della prova legale.
Bibl.: R. Sajović, Rassegna di legislazione iugoslava, 1925-1928, in Annuario di diritto comparato, Roma, IV, v, 1930; id., per il 1929, Annuario cit., VII, iv, 1934; id., per il 1930, Annuario, VIII, iv, 1934; id., Rassegna di letteratura giuridica jugoslava: anni 1925-28, Annuario, IV, v, 1930; anno 1929, Annuario, VII, i, 1932; anno 1930, Annuario VII, v, 1933; M. Dolenc, Kodifikace trestního práva hmotného a procesního (Codificazione del diritto penale materiale e formale), Bratislava 1931; Z. Perič, Unifikace soukomého práva (L'unif. del dir. priv.), Bratislava 1931; S. Lapajne, Razvoj in sedanje stanje našega državljanskega práva (Svolgim. e stato presente del nostro dir. civ.), Lubiana 1934.