MANIU, Iuliu
Uomo politico romeno, nato l'8 gennaio 1873 a Szilágy-Somlyó (Simleul-Silvaniei, in Transilvania). Dopo aver studiato leggi a Kolozsvár (Cluj), Vienna e Budapest, entrò nella vita politica nel 1891 ed ebbe parte, come presidente dell'Associazione studentesca "Petru Maior" nel famoso processo del maggio 1894, per il memorandum che la conferenza nazionale dei Romeni di Transilvania aveva deciso d'indirizzare a Francesco Giuseppe, per chiedere l'autonomia politica dei Romeni di Transilvania. Datosi all'avvocatura e divenuto nello stesso tempo esponente del partito nazionale romeno, riorganizzò il giornale del partito, Tribuna, ed entrò nel 1906, con altri quattordici romeni, nel Parlamento di Budapest dove, fino al 1910, fu all'opposizione contro Stefano Tisza. Scoppiata la guerra europea, M. combatté nell'esercito ungherese come ufficiale d'artiglieria, ma, avvenuto il crollo degl'imperi centrali, propagò la rivolta tra i reggimenti ungheresi formati di romeni della Transilvania, concentrati presso Vienna, e attraverso la Serbia li condusse in Romania. Il i° dicembre 1918 in Alba-Julia fece proclamare l'annessione della Transilvania e del Banato alla Romania e fu eletto capo del governo locale. Venuto il potere in Romania in mano di Ionel Brătianu, il M. unì il partito nazionale a quello di Tache Jonescu e di Iorga e nel 1926 lo fuse con il partito dei contadini di Ion Mihalache e diede così origine al nuovo partito nazionale zaranista (tărănesc "contadino"), che ebbe un deciso atteggiamento di ostilità contro il centrismo liberale. Alleatosi, nel febbraio del 1928, con il partito socialista contro Vintilă Brětianu, giunse per la prima volta al potere e come capo del governo cercò di riordinare l'amministrazione e le finanze all'interno, e di riannodare all'estero le relazioni con gli stati vicini: specialmente con l'Ungheria. Tornato improvvisamente a Bucarest il principe Carlo, che già aveva abdicato al trono (v. carlo II di romania), per impadronirsi del potere, M., che gli era favorevole, diede le dimissioni il 7 giugno 1930 per formare un nuovo gabinetto il 13 giugno, dopo che G. Mironescu ebbe proclamato re Carlo II. Si ritirò di nuovo il 6 ottobre 1930, quando il re volle un gabinetto di concentrazione.