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ANXURUS, Iuppiter

di G. Bermond Montanari - Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)
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ANXURUS, Iuppiter (anche Anxur e Axur)

G. Bermond Montanari

Nome dato a Giove per il culto particolare che gli era tributato, insieme alla divinità locale Feronia, nella citta di Anxur, oggi Terracina (Verg., Aen., vii, 5, 799). Il tempio era situato in posizione dominante su un monte, in vista del mare e della strada (via Appia) che vi saliva prima del taglio traianeo. Vi si conservava la statua di culto. Sulle monete della gens Vibia è raffigurato un giovane in trono, con le gambe incrociate, avente nella mano sinistra lo scettro, nella destra la patera e il capo ornato da una grande corona di foglie (54-44 a. C.); l'immagine è accompagnata dall'iscrizione Iovis Anxur. (Per le caratteristiche del tempio, v. Terracina).

Bibl: Schirmer, in Roscher, I, c. 387, s. v.; E. Aust, in Pauly-Wissowa, I, c. 2653, s. v.; H. A. Grueber, Coins of the Roman Republic in the British Museum, Londra 1910, I, p. 510, tav. L 3; E. A. Sydenham, The Coinage of the Roman Republic, Londra 1952, p. 159, n. 947.

Vocabolario
quos Iuppiter
quos Iuppiter (o Deus ) vult perdere dementat prius 〈... iùppiter ... pèrdere ...〉 (lat. «Giove [o Dio] toglie prima il senno a coloro ch’egli vuole mandare in rovina»). – Altra forma con cui è enunciato la sentenza pseudolatina quem Iuppiter...
quem Iuppiter vult perdere dementat prius
quem Iuppiter vult perdere dementat prius 〈... iùppiter vult pèrdere ...〉 (lat. «Giove toglie prima il senno a colui ch’egli vuol mandare in rovina»). – Sentenza – riferita anche nelle forme quos Iuppiter, o Deus, vult perdere ecc. –, prob....
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