BOLTIN, Ivan Nikitič
Storico russo, nato nel 1731 nelle terre della sua famiglia, d'antica nobiltà, presso Alatyr (nel territorio del Volga). Fu educato in famiglia. Negli anni 1751-1768 servì in un reggimento di cavalleria della Guardia a Pietroburgo; poi entrò negli uffici dello stesso reggimento; nel 1781 fu nominato procuratore nel tribunale di guerra e in tale carica rimase, dal 1786 col grado di maggior generale, fino alla morte (6 ottobre 1792). Uomo di viva e acuta intelligenza, aperta a interessi molteplici, scientifici e letterarî, si dette allo studio della letteratura russa contemporanea, in particolare dello storico Tatiščev. Studiò anche le letterature straniere, specialmente quella francese. Particolare influenza esercitò su di lui il Dictionnaire historique et critique di Bayle, poi Voltaire con l'Essai sur les moeurs et l'esprit des nations. B. conobbe anche altri scrittori francesi contemporanei, in special modo gli enciclopedisti. Ad esercitare un'attività storic-oletteraria lo spinse l'opera del medico francese Leclerc, Histoire physique, morale, civile et politique de la Russie, ancienne et moderne, che era cominciata ad uscire a Parigi nel 1783. L'autore, conoscitore molto superficiale della storia russa, trattava sprezzantemente tutto il passato storico della Russia, come oscura manifestazione dell'ignoranza, della superstizione e del dispotismo politico. Indignato, B. "prese le difese della verità e della patria" con un grande lavoro storico: Note alla storia della Russia antica e moderna del signor Leclerc, che fu pubblicato in due volumi nel 1788. Esaminando passo per passo gli errori e le invenzioni del Leclerc, B. fa un confronto tra la storia russa e la storia degli altri popoli europei e in tal modo pone la base al metodo comparativo nella storiografia russa. Fra i suoi lavori storici minori, i più notevoli sono i due volumi di "note critiche" alla Storia russa del principe Ščerbatov, col quale B. ebbe una vivace polemica. Il B. vede nel processo storico uno sviluppo secondo determinate leggi storiche: "Le leggi della natura sono ovunque identiche"; "in tutti i tempi e in tutti i luoghi, gli uomini, trovandosi nelle stesse circostanze, hanno avuti gli stessi costumi, opinioni simili e simile aspetto". "Non bisogna attribuire a un unico popolo vizî e passioni, comuni all'umanità", ribatte egli a Leclerc. L'unità della natura umana, secondo l'opinione di B., non esclude tuttavia una notevole originalità nella storia dei singoli popoli in relazione alle differenze di clima, al quale B. attribuisce un'importantissima influenza nella storia, e ad altre particolarità locali. B. si scaglia contro i mutamenti violenti ed arbitrarî, introdotti dai poteri statali nei costumi del popolo, quindi anche contro il sovvertimento affrettato degli antichi usi e costumi, compiuto in Russia dal governo di Pietro il Grande; sovvertimento, che secondo il B., produsse soltanto la decadenza morale e l'indebolimento fisico della società russa, senza darle una reale civiltà.
Bibl.: S. M. Solov'ev, Pisateli russkoj istorii XVIII v. (Scrittori di storia russa del sec. XVIII), VI; M. J. Suchomlinov, Istorija rossijskoj akademii (Storia dell'accademia russa), V, pp. 62-296 e 317-432; V. O. Ključevskij, I. N. Boltin, in Očerki i reči (Schizzi e discorsi), II; V. S. Ikonnikov, Boltin I. N. (nel Dizionario biografico russo); P. P. Smirnov, Boltin i ego značenie v russkoj istoriografii (B. e la sua importanza nella storiografia russa) in Kievsk. Universitetskija Izvestija, IV, 1913.