Scrittore bulgaro (Sopot, od. Vazovgrad, 1850 - Sofia 1921). Dopo aver studiato in Romania, dove frequentò gli esuli politici bulgari, partecipò all'insurrezione del 1876; in seguito, deluso dalla politica del Principato bulgaro indipendente, si trasferì a Plovdiv (nella Rumelia orientale, ancora sotto la dominazione ottomana), dove conobbe K. Veličkov. Di nuovo in esilio dopo l'unificazione del paese (1885) a causa delle sue posizioni filorusse, divenne, al ritorno in patria, il punto di riferimento spirituale della nazione. La sua immensa produzione comprende raccolte poetiche (Prjaporec i gusla "Vessillo e gusla", 1876; Tăgite na Bălgarija "Le pene della Bulgaria", 1877; Italija, 1884, Pesni za Makedonija "Canti per la Macedonia", 1916; Ljulkaa mi zamirisa "Il mio lillà ha preso a profumare", 1919), racconti (Nemili-nedragi "Invisi e sgraditi", 1883; Čičovci "I compari", 1884), romanzi (Nova zemja "Nuova terra", 1896; Pod igoto, 1889, trad. it. Sotto il giogo, 1946, grandiosa epopea nazionale) e testi teatrali (Michalaki čorbadži "Padron M.", 1879; Službogonci "I cacciatori d'impiego", 1903).