Ivrea
Città in prov. di Torino. L’antica Eporedia rivela nel nome una origine celtica. Una colonia romana vi fu dedotta nel 100 a.C.: essa dovette spesso combattere con le popolazioni vicine (salassi, specialmente) fino al tempo di Augusto (fondazione di Aosta, 24 a.C.). Sotto i longobardi fu sede di un ducato, con i franchi di una contea; dall’888 ebbe grande importanza come centro della marca chiamata d’Italia, con Anscario; contesa prima ad Arduino marchese d’I. e re d’Italia dal suo vescovo (Varmondo, nel triennio 998-1000), poi da Olderico Manfredi, dopo la morte di Arduino (1015) divenne saldo possesso dei vescovi: questi la governarono affermandovi la propria autorità contro le opposte pretese giurisdizionali dei suoi visconti, prima rappresentanti e poi usurpatori delle funzioni comitali (esercitate dopo il 1016 e durante tutto il sec. 11° dai discendenti di Arduino, conti di I.). Nel 12° e 13° sec., attraverso le lotte contro i vescovi e Vercelli, si sviluppò a I. il libero comune. L’imperatore Federico II si impossessò della città nel 1238, inaugurandovi con Guido di Biandrate il regime signorile; presa nel 1266 da Guglielmo VII marchese del Monferrato, sottomessa con la forza da Carlo d’Angiò (1271), passò poi fra l’altro ai Torriani milanesi e da questi a Enrico VII, finché alla morte dell’imperatore venne ceduta ai Savoia (1313). Dopo la temporanea dominazione dei Paleologi, marchesi del Monferrato (1347-56), I. seguì le vicende generali dello Stato sabaudo. Dovette perciò subire, per l’importanza della sua piazzaforte, gli assedi francesi del 1554 e dell’aprile 1641, quando le truppe comandate da Turenne furono vittoriosamente respinte dagli ispano-piemontesi agli ordini di Silvio di Savoia; e ancora quello del settembre 1704 (la guarnigione piemontese si arrese al duca di Vendôme, dopo oltre tre settimane di resistenza).