GILKIN, Iwan
Poeta belga di lingua francese, nato il 7 gennaio 1858 a Bruxelles, dove morì il 29 settembre 1924. Uno dei più efficaci animatori del rinnovamento letterario che si operò nel Belgio, intorno al 1880, attraverso le pagine della Jeune Belgique. Di educazione baudelairiana, ne informò la sua prima produzione lirica (v. la raccolta La Nuit, 1897), tormentata da un'amara sensualità che vuole tramutarsi in pessimismo filosofico. Ma dal vizio tragico e sottile il G. passa a fresche rievocazioni di temi lievi, riposati e fiduciosi (Le cérisier fleuri, 1899), attraverso ai quali attenua l'inquieta aspirazione del suo spirito, come in Prométhée (1900) - in verso libero e di contenuto piuttosto razionale - e in Jonas (1900), umoristico e profetico, intorno alla decadenza dell'Europa minacciata dal pericolo giallo. In seguito il G. si dedicò esclusivamente al teatro, serbando sempre quelle sue tendenze razionalistiche, come in Les étudiants russes; ma non dimenticò la poesia, come in Savonarole (1909), dramma dell'azione e del misticismo, e in Le roi Cophétua, di fragile tessuto fantasioso.