JACHET
. Nome di compositore, spesso ricorrente in documenti e in volumi musicali del sec. XVI. È oggi comunemente ammessa la pluralità dei musicisti così designati:
J. de Mantua, cantore e poi maestro di cappella a S. Pietro di Mantova dal 1527 al 1558; autore di Messe, Mottetti, Magnificat, ecc. pubblicati a Venezia e a Parigi; manoscritti restano a Stoccarda, Norimberga, Zwickau, Roma (Vaticana), Bologna, Modena, Dresda, Cambridge. Egli fu maestro assai noto nel suo tempo, e il suo valore è affermato anche da testimonianze del Lanfranco, dello Zarlino e del Bartoli, oltre che dall'inclusione di pagine sue in raccolte ornate dei nomi di A. Willaert, di N. Gombert, ecc.
J. Buus, probabilmente originario di Bruges, 2° organista di S. Marco di Venezia dal 1541, organista di corte a Vienna dal 1551 al 1564, morto nel luglio 1565. Allievo, forse, di A. Willaert, compose musiche assai importanti nella storia delle prime fioriture strumentali: Canzoni francesi (strumentali) a 6 voci (Venezia 1543); Ricercari da cantare e sonare d'organo e altri stromenti, a 4 (Venezia 1546, 1549, una delle prime stampe per organo); Mottetti, a 4 (Venezia 1549)
J. Brunel (J. Jaches B., o Jaches Gallico, o Jaches da Ferrara, ecc.), probabilmente figlio del musicista fiammingo Antoine Brumel; organista a Ferrara, a Modena, a Reggio, è ricordato con lode dal Cinciarino, dal Bartoli, ecc. per la sua valentia d'esecutore.
J. Berehem, anch'egli fiammingo (da Berchem presso Anversa?) e dal 1555 organista di corte a Ferrara. Suoi sono libri di madrigali a 5 e 4 voci (1546-56), Capricci a 4 (1561), Messe, Canzoni francesi, ecc. Per l'attribuzione delle quali opere v. E. Eitner, J., in Monatshefte f. Musikgeschichte, 1889, pp. 88-89.
J. (o Jacobus) Vaet (v. vaet).
J. (o Jaches) de Wert (v. wert).
Bibl.: Per la distinzione dei vari J. e l'attribuzione delle opere v. K. Huber, Die Doppelmeister des 16. Jahrunderts (in Sandleberger-Festschrift, 1918) oltre al citato studio dell'Eitner.