Jack Ma
Un pioniere di nome Alibaba
Ha fondato un impero commerciale on-line che in Cina muove più utenti e più miliardi di dollari di Amazon ed eBay messe insieme. E dal 19 settembre, con la più grande quotazione di tutti i tempi, Alibaba è sbarcata alla Borsa di New York, per costruire una presenza globale ancora più vasta.
Jack Ma, o Ma Yun nella versione originale cinese del suo nome, è l’imprenditore che ha fondato il gruppo Alibaba, diventando un pioniere dello sviluppo di Internet nella Repubblica Popolare. Jack è nato a Hangzhou, circa 150 chilometri da Shanghai, il 15 ottobre del 1964. Da ragazzo era molto interessato a conoscere le altre culture, in particolare quella anglosassone, e per praticare l’inglese accompagnava gratuitamente i turisti a visitare la sua città.
Per 2 volte aveva fallito l’esame di ammissione al Teacher’s Institute di Hangzhou, ma alla fine era riuscito a entrare e a diplomarsi, diventando insegnante.
Nel 1995 fece la prima navigazione su Internet della sua vita, cercando 2 parole: birra e Cina. Non trovò alcun sito, e questo lo spinse a costruire una sua pagina, pur conoscendo poco la tecnologia. Completato il progetto, invitò amici e giornalisti a casa per mostrare il risultato: «Ci misi 3 ore e mezza a scaricare la metà della homepage. Nel frattempo giocammo a carte, bevemmo e mangiammo. Però riuscii a dimostrare che Internet esisteva». Questo risultato lo convinse a dimettersi da insegnante per dedicarsi completamente al commercio in Rete. Come prima cosa creò China Pages, chiedendo ai funzionari locali del governo di appoggiarlo: spiegò che avrebbe fatto solo commercio, per dare alla Cina l’opportunità di togliere agli stranieri il monopolio della Rete. Non li convinse, ma ottenne di lavorare per il Ministero del Commercio costruendo pagine web.
Nel 1999 riprovò a realizzare il suo progetto, e stavolta riuscì a fondare Alibaba, una piattaforma per il commercio on-line. Jack ha spiegato così il motivo di quel nome esotico: «Aprire il sesamo del commercio alle aziende della Cina» e ai suoi consumatori on-line. Un mercato enorme, che secondo le stime della McKinsey nel 2020 spenderà più soldi di Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Giappone e Francia sommati. Alibaba infatti ora ha oltre 20.800 dipendenti e 3 siti: Taobao, Tmall e Juhuasuan.
Gestice le transazioni di 231 milioni di utenti, per un totale di 248 miliardi di dollari, cioè più di Amazon e eBay messe insieme.
Jack Ma ha sempre pensato che per realizzare i suoi obiettivi dovesse andare d’accordo con il regime cinese e per certi versi imitarlo. Per esempio, quando scorporò il sistema di pagamento online Alipay senza informare il suo consiglio di amministrazione, rispose alle critiche paragonandosi a Deng Xiaoping: «Ho fatto come lui a Tienanmen. Per ottenere stabilità, dovette prendere una decisione crudele».
Con i dipendenti Ma ha sempre svolto una funzione di motivatore, formandoli con queste parole: «Vi perdonerò gli errori, ma non perdonerò mai che non facciate nulla».
Istrionico ed eccentrico, il 10 settembre del 2009, per festeggiare il decimo anniversario di Alibaba, salì sul palco dello stadio dove si teneva la celebrazione con una parrucca bionda e davanti a 16.000 dipendenti estasiati cantò Can you feel the love tonight. La sua filosofia di marketing è quella che ha spiegato con un discorso ripreso nel documentario biografico di Porter Erisman intitolato Crocodile in the Yangtze. Ha detto: «Se vogliamo avere pubblicità gratuita dobbiamo dire cose folli». Alibaba viene valutata circa 120 miliardi di dollari, e nel marzo del 2014 la compagnia ha annunciato una prossima quotazione in Borsa a New York, per costruire una presenza globale ancora più vasta.
Jack Ma è sposato con Zhang Ying, conosciuta all’università, e insieme hanno avuto un figlio e una figlia.
Anche nei momenti più difficili, lui ha sempre avuto un’alta opinione di sé: «Il mio unico rimpianto è non essere nato in un tempo di guerra. Sarei stato un generale, e mi chiedo sempre quanto successo avrei avuto».
Come Alibaba ha sconfitto la piaga della merce contraffatta
Nel febbraio 2011 Jack Ma è finito nelle cronache per lo scandalo della merce acquistata on-line sulla piattaforma Alibaba che si rivelava puntualmente 'taroccata' una volta che l'ignaro cliente apriva l'imballo consegnatogli dal corriere. La reazione di Jack Ma al danno di immagine subìto è stata durissima: dopo aver fatto fuori oltre 100 tra direttori e venditori ha messo mano, potenziandolo, al sistema di pagamento Alipay trovando l'adeguata soluzione al problema. Alipay è una piattaforma di pagamento che mette a disposizione della clientela un sistema di depositi finanziari di garanzia. Da un lato chi vende avvalendosi di Alibaba può spedire la merce perché essa risulta pagata all'intermediario Alipay; d'altro canto chi compra, solo dopo aver controllato la merce trovandola corrispondente all'ordine, autorizza il trasferimento della somma da Alipay al commerciante che ha venduto la propria merce sul sito di Jack Ma.