Van Dormael, Jaco
Regista e sceneggiatore cinematografico belga, nato a Ixelles (Bruxelles) il 9 febbraio 1957. Con un solo film, Toto le héros (1991; Totò le héros ‒ Un eroe di fine millennio), originale e inventivo nella sintassi narrativa quanto variopinto e accurato nella confezione, si è imposto fra le promesse del cinema europeo degli anni Novanta, guadagnando numerosi premi, fra cui la Caméra d'or per il miglior film d'esordio al Festival di Cannes nel 1991 e il César per il miglior film straniero nel 1992.
Dopo studi di cinema a Bruxelles e a Parigi, ha lavorato come mimo, clown e regista nel teatro per bambini. Già nel primo cortometraggio, Maedeli-la-breche (1980), breve storia della vacanza in campagna di un ragazzino di città, ha rivelato l'acuta capacità di rappresentare l'universo infantile, ingenuo e insieme minacciato, e il bizzarro umorismo che avrebbero caratterizzato le sue opere principali. Dopo svariati cortometraggi, fra cui Stade (1981) e De Boot (1985), ha esordito nel lungometraggio con Toto le héros, storia surreale e ironica dell'ospite di una casa di riposo che, convinto di essere stato scambiato nella culla con un altro, medita di uccidere il suo rivale e intanto inventa la vita che gli sarebbe stata rubata, diventando l'agente segreto 'Toto le héros'. Strampalato e malinconico, lieve e divertente, narrato con un libero andirivieni temporale, ha suscitato unanimi consensi. Solo in parte ha confermato le attese il film successivo, Le huitième jour (1996; L'ottavo giorno), storia del bizzarro incontro e dell'amicizia fra un uomo d'affari integrato e 'normale' e un giovane down che non troverà il proprio posto nel mondo degli 'altri', finendo per sacrificare la propria vita ma cambiando, forse per sempre, quella del nuovo amico. La vena di poesia surreale e malinconica che caratterizza il regista trova spunti solo nella prima parte del film, che vira inesorabilmente verso un irrisolto sentimentalismo nella seconda.