Pittore (Anversa 1593 - ivi 1678). A quattordici anni era nello studio di Adam van Noort, del quale sposò la figlia nel 1616. Nel 1615 era registrato nella gilda dei pittori di Anversa come acquarellista (Waterschilder). Alla morte di Rubens (1640), del quale fu seguace dal 1620 circa, e di Van Dyck (1641) rimase il solo grande esponente della pittura fiamminga nel 17º secolo. Le sue composizioni sono di soggetto vivacemente realistico, di taglio sempre grandioso. Particolarmente noti sono i suoi quadri di genere (Il Re beve, Bruxelles, Musées royaux des beaux-arts; Satiro e il contadino, Monaco, Alte Pinakothek, ecc.) e quelli di soggetto mitologico (Pan e Siringa, Bruxelles, Musées royaux des beaux-arts); tutti rivelano un attento studio dei caratteri e degli umori. Fra le pale d'altare, trattate con uguale senso della composizione larga e fastosa: La pesca miracolosa, Anversa, S. Giacomo; Martirio di s. Apollonia, ivi, chiesa degli Agostiniani, ecc. J. fu uno dei primi maestri fiamminghi che si avvicinarono a Caravaggio (Adorazione dei pastori, 1616, New York, Metropolitan Museum; id., 1618, Stoccolma, Museo Nazionale). Il realismo popolaresco, una vivace tendenza all'ironia e alla burla, dettero un'inconfondibile individualità a tutta la sua opera.