KAISER, Jacob
Uomo politico tedesco; nato ad Hammelsburg (Franconia) nel 1889, da famiglia cattolica, entrò presto nel movimento sindacale cristiano come funzionario (nel 1912) a Colonia. Dopo la parentesi della prima Guerra mondiale, nella quale fu ferito e decorato, egli continuò l'attività politica e sindacale quale esponente della corrente sindacale di sinistra del centro cattolico. Deputato al Reichstag, fu l'unico esponente sindacale a non aderire, con la sua corrente, alla cerimonia del 1° maggio 1934, ordinata dai nazisti. Il giorno dopo tutti i sindacati furono sciolti. Imprigionato nel 1938 sotto l'accusa di alto tradimento, venne rilasciato dopo sei mesi di carcere.
Durante la seconda Guerra mondiale il K. partecipò attivamente ai contatti clandestini fra gli elementi antinazisti in Gemiania e fece parte, insieme ad altri sindacalisti, del complotto per l'attentato contro Hitler, fallito il 20 luglio 1944. A guerra finita, divenne capo dei rinnovati sindacati cristiani e del movimento democratico cristiano (CDU, Chrisiliche Demokratische Union), sorto con più larghi criterî - attraverso l'inclusione anche dei protestanti - sul vecchio ceppo del centro cattolico. La sua azione politica e sindacale, oltre a rappresentare un elemento di equilibrio fra l'ala cattolico-conservatrice della Renania e della Baviera e quella più di sinistra, in parte protestante, dell'est, ha un più vasto significato nazionale in quanto egli a Berlino, da dove non ha voluto muoversi, ha avuto modo di sottolineare più volte la sua opposizione al comunismo e il rifiuto del suo partito ad accettare gli attuali confini orientali. Un tentativo sovietico del 17 dicembre 1947 di provocarne le dimissioni, si infranse il 29 dicembre 1947 contro l'unanime volontà della CDU di averlo a capo, perché regolarmente eletto.