ARMINIUS (Harmensz.), Jacobus
Teologo calvinista, nato ad Oudewater (Olanda meridionale), il 10 ottobre 1560. Frequentò per sei anni l'università di Leida, poi ottenne dal magistrato di Amsterdam i mezzi per completare i suoi studî teologici a Ginevra (1582). Ivi fu protetto in modo speciale da Teodoro Beza; ma nel 1583 dovette interrompere il suo soggiorno in questa città, e rifugiarsi a Basilea, a causa del suo attaccamento alla filosofia antiaristotelica di Ramus. Un suo viaggio di alcuni mesi in Italia, e specialmente a Roma, fece credere che nutrisse simpatie per il cattolicismo. Intanto, per le referenze piene di elogi dei suoi maestri di Ginevra, il magistrato di Amsterdam lo richiamò nel 1588, e lo nominò predicatore in quest'ultima città: ufficio che tenne sino al 1602.
Spese questo tempo nella predicazione e in difficili ricerche teologiche. Fu incaricato di confutare alcuni scritti che negavano la dottrina della predestinazione assoluta di Calvino, qual'era stata accettata dai sinodi olandesi. Ma lo studio della Bibbia, nuovamente intrapreso per comporre queste confutazioni, lo condusse a distaccarsene a poco a poco. Poiché non riusciva a nascondere ai suoi uditori, ai quali commentava l'epistola ai Romani, il mutamento che si veniva operando nelle sue idee, Arminio fu accusato di socinianismo, di pelagianismo e d'infedeltà ai simboli riconosciuti in Olanda, cioè il Catechismo di Heidelberg e la Confessio belgica. P. Plancius l'attaccò con più violenza di tutti. Tra i suoi difensori, si segnalò specialmente l'Uytenbogaert, già suo compagno di studî a Ginevra. La corrispondenza di Arminius con questo amico fedele, la narrazione di un suo colloquio col professore di Leida, Junius (1597), e infine la confutazione d'un libro di W. Perkins sulla predestinazione, ci permettono di seguire il mutamento che si veniva maturando nell'anima di Arminius.
Alla morte di Junius, i conservatori dell'università di Leida, e specialmente Oldenbarnevelt e Uytenbogaert, si rivolsero ad Arminio. Gomar, il solo degli antichi professori ancora in vita, il magistrato e il concistorio cercarono d'impedire questa elezione. Essa però fu fatta (1603) dopo una disputa pacifica tra Arminio e Gomar, alla presenza dei conservatori dell'università, dei delegati degli Stati, ecc. Poco dopo Arminio fu proclamato dottore in teologia dallo stesso Gomar.
Ma l'intesa tra questi due uomini non poteva durare a lungo. Sin dal primo anno del suo professorato, Arminius fece difendere da un allievo 15 tesi sulla predestinazione condizionale (7 febbraio 1604). Gomar, da parte sua, vi oppose la dottrina tradizionale di Calvino (31 ottobre 1604). Tutta l'Olanda s'appassionò per questa disputa, e si fecero diversi tentativi, negli anni seguenti, per costringere Arminius a spiegarsi. Nel 1607 fu decisa la convocazione di un sinodo nazionale. Ma le circostanze politiche impedirono la riunione, del resto temuta dagli Stati. In seguito ad alcune conferenze tra Arminio e Gomar alla presenza del Gran Consiglio (1608), Oldenbarnevelt dichiarò che le divergenze di opinione non intaccavano i fondamenti della fede, e raccomandò ai due rivali la pace. Ma essi non tacquero per ciò. Furono dunque riprese le discussioni: Arminius parlò il 30 ottobre del 1608, il Gomar il 12 dicembre. Una discussione in contraddittorio fu tenuta nell'agosto 1609. Poco dopo, il 19 ottobre, Arminius moriva.
Arminius insegnava che "la predestinazione d'una persona alla salvezza o alla condanna proviene dalla volontà conseguente di Dio, che considera il suo oggetto con tutte le sue condizioni e circostanze, che sono state determinate da un altro decreto precedente, affinché precedano la salvezza o la condanna" (Examen thesium D. Fr. Gomari, s. l. 1645, p. 15). Infatti, gli repugnava fare Dio autore del peccato, limitare la potenza della grazia e la sua misericordia (v. arminianismo).
Possedeva carattere fiero, e vasta intelligenza. Le sue opere, piccole di mole e quasi tutte d'occasione, sono notevoli per la chiarezza, la precisione, il rigore del ragionamento e la conoscenza delle Scritture.
Le opere complete ebbero varie edizioni: Leida 1629, Francoforte 1631 e 1635 (trad. inglese di J. Nichols, The works of A., voll. 2, Londra 1825-1828; un 3° vol. a cura di W. Nichols, Londra 1875). Le lettere sono in Ph. A. Limborch, Praestantium ac eruditorum virorum epistolae, ecc., Amsterdam 1684.
Bibl.: Orazione funebre di P. Bert (Bertius), Leida 1609 (e premessa alle opere); C. Brandt, Historia vitae Arminii, 2ª edizione a cura di J. L. Mosheim, Brunswick 1725; J. Nichols, The life of A., Londra 1843; J. H. Maronier, J. A., Een biographie, Amsterdam 1905; Rogge, in Realencykl. für protest. Theologie und Kirche, II, s. v.; cfr. anche Biographisch Woordenboek van Protestantschte Godgeleerden in Nederland, I, pp. 228-252.