LOOY, Jacobus van
Pittore e scrittore, nato a Haarlem il 12 settembre 1855, morto ivi nel 1930. Studiò pittura nell'Accademia di belle arti. Vincitore del premio di Roma, 1884, viaggiò in Italia, in Spagna e nel Marocco. I suoi dipinti non molto numerosi rappresentano feste popolari, scene di strade spesso d'Oriente, interni, ritratti. L'atmosfera locale e la luce, spesso serale, sono rese con verismo moderato, in modo mirabile. Opere principali nei musei di Amsterdam, Rotterdam (interno del Bargello di Firenze, 1884), Dordrecht e Haarlem (museo Teyler).
Nel 1886 L. cominciò a scrivere bozzetti in De Nieuwe Gids, usciti poi nel volume Proza (1892), rivelando doti di scrittore sensibile e talvolta anche vigoroso. Meno riuscito è il volume successivo Gekken (Matti, impressioni del Marocco, 1894). Notevoli sono invece i sei racconti ispirati alla vita di tutti i giorni, Feesten (1902). Seguirono De wonderlijke avonturen van Zebedeus (1910) e Reizen (1910). Ma importante è soprattutto, per la magistrale comprensione della psicologia infantile, l'autobiografia in tre volumi Jaapje (1918). L'opera poetica di Van Looy consiste per lo più in brani tradotti liberamente ed in modo assai personale dal francese e dall'inglese.
Bibl.: G. H. Marius, De hollandsche schilderkunst in de XIXde eeuw, L'Aia 1920, pp. 249-251; W. Steenhoff, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929; G. Prampolini, La letteratura olandese e fiamminga, 1880-1924, Roma 1927.