ANTIQUARI, Jacopo
Nato da nobile famiglia perugina probabilmente nel 1444, fu avviato alle umane lettere sotto la guida di Giovanni Antonio Campano in Perugia, sua città natale. Scarsi sono i dati certi della sua vita, piuttosto tranquilla. Assunto un po' prima del 1468 ai servizî di Gio. Battista Savelli in qualità di segretario, quand'egli era al governo di Perugia, lo seguì a Bologna. Frattanto cominciò a dare i primi saggi della sua capacità letteraria e ad annodare relazioni di amicizia con altri letterati. Invitato alla corte sforzesca da Galeazzo Maria, vi si allogò prima con incombenze ecclesiastiche e poi, grazie alle sue attitudini letterarie e alla sua erudizione, come addetto alla segreteria del duca. Assai bene accetto agli Sforza e ai pontefici, ebbe assegnate cospicue prebende ecclesiastiche e si vide affidate delicate mansioni. Caduti nel 1499 gli Sforza, egli rimase a Milano, sembra, in buona grazia dei nuovi dominatori. Morì nel 1512 in Milano, poco dopo il ritorno degli Sforza. Fu letterato assai stimato e amato da tutti i poeti, eruditi, letterati del tempo, che si giovarono spesso della sua vasta erudizione, del suo fine gusto, del suo generosissimo cuore. Peritissimo nella conoscenza del latino, compì opera degna più nel consigliare, rivedere, stimolare che nel comporre. Pochi saggi ha lasciato del suo sapere: tra l'altro una forbita Oratio ad Ludovicum regem Francorum, un volume di Epistolae, alcuni Carmina.
Bibl.: Memorie di J. A. e degli studi di amena letteratura esercitati in Perugia nel sec. XV, con un'appendice di monumenti, raccolte da G. B. Vermiglioli, ecc., Perugia 1813. V. anche: E. Verga, Documenti di storia perugina estratti dagli archivî di Milano, in Bollettino della R. Deputazione di storia patria per l'Umbria, VI (1910), fasc. 1, p. 11 segg.