ANCELOT, Jacques Arsène François Polycarpe
Scrittore francese, nato a Le Havre il 9 febbraio 1794, morto a Parigi il 7 settembre 1854. Dopo il Louis IX (1819), tragedia di forme classicheggianti e di tendenze legittimiste, a cui il partito conservatore decretò un clamoroso trionfo, opponendola a Les Vêpres Siciliennes di Casimire Delavigne, godé la protezione di Luigi XVIII, che gli concesse una pensione e, nel 1825, lo nominò bibliotecario all'Arsenal, per dargli modo di attendere con tranquillo agio alla sua opera letteraria. E molto produsse l'A.: un romanzo (L'homme du monde, 1827), un poema (Marie de Brabant, 1825), un libro d'impressioni di viaggio sulla Russia (Six mois en Russie, 1827) e parecchi drammi, ma nessuno di molto rilievo: il meglio è forse in Fiesque, rielaborazione del noto dramma schilleriano. Nel 1830, privato dell'impiego e della pensione in seguito alla rivoluzione di luglio, si volse alla composizione di commedie leggiere e di vaudevilles, con buona fortuna. Ritornato alla tragedia con Maria Padilla (1838), ne ebbe aperta la via all'Accademia, dove entrò nel 1841. Nel 1849, a Torino, a Firenze, a Bruxelles, fu delegato della Francia per i negoziati intorno al diritto d'autore. E nel 1853, raccolse in un volume anche le sue poesie: le epistole, Les familières, pubblicate già nel 1842, hanno innegabili qualità di bonaria, piacevole arguzia.
Bibl.: E. Frère, Ancelot, sa vie et ses oeuvres, Parigi 1862.