CALLOT, Jacques
Incisore e disegnatore. Nacque a Nancy, probabilmente nel 1593 o 1594; ivi morì nel 1635. Compagno di Israël Henriet, studiò col di lui padre, primo pittore del duca di Lorena; frequentò la bottega d'un incisore di medaglie DemandeCrocq, ove conobbe il pittore Bellange che gli descrisse con entusiasmo le opere d'arte viste in Italia. Nel 1608 i genitori l'autorizzarono ad unirsi all'ambasciata inviata dal duca Enrico II al papa. A Roma ritrovò I. Henriet e un pittore lorenese, Claude Deruet, su cui il C. ebbe poi un grande ascendente. Sin dal 1607 il Callot aveva fatte le prime prove nell'incisione, trovò facilmente impiego da un venditore d'immagini sacre, Thomassin, e vi apprese l'arte di riprodurre le opere dei grandi pittori, studiando, si dice, con la stessa passione i quadri di Luca di Leida e le caricature di Leonardo da Vinci. Lasciata Roma per Firenze (1611), vi ebbe dal granduca una pensione e l'alloggio al palazzo. Su consiglio del Parigi osò finalmente iniziare un'opera personale: le feste carnevalesche del 1615 furono il soggetto di tre fogli Guerra d'Amore con numerosi personaggi.
Una modestia deliziosa lo indusse a dedicare ai "fanciulli che apprendono a disegnare" le 50 tavole dei Capricci apparsi nel 1617, il cui valore non sfuggì peraltro ai contemporanei. D'allora in poi il C. rinunziò a incidere le opere altrui; nel 1620 pubblicò l'opera sua più notevole, la Fiera all'Impruneta; essa sbalordì il pubblico per la quantità di particolari, compresi in una tavola di così piccole dimensioni; noi siamo ben più colpiti dalla larghezza della composizione. L'artista non ricorre al fare convenzionale che compare ancora nel Ventaglio del 1619: se il gruppo in primo piano serve ancora a dar risalto alla scena principale, non vi si trovano più quelle "quinte" che segnano i varî piani nella maggioranza delle opere contemporanee. L'incisione è piena d'una atmosfera che già preannuncia Claude Lorrain. Alla morte di Cosimo II (1621), il C. tornò a Nancy e vi si stabilì nel 1625. Tra le numerose tavole incise allora Quattro paesaggi (1622), il Martirio di S. Sebastiano (1623) rivelano la nostalgia dell'Italia. Forse sin dal 1624 l'Infante d'Austria governatrice dei Paesi Bassi, lo invitò ad incidere l'assedio di Breda diretto dallo Spinola. La piazza capitolò il 2 giugno 1625: e può darsi che il C. eseguisse degli schizzi in sito per l'opera in 6 fogli, che l'occupò per varî anni e fu stampata dal Plantin solo nel 1628. Si ignora se l'Assedio de la Rochelle, apparso l'anno dopo, sia un'ordinazione ufficiale. Tornato a Nancy nel luglio 1630, vi accettò ancora parecchie ordinazioni, ma ammalato e vicino a morte, si compiacque di preferenza in opere intime e personali. Tra il 1630 e il '35 incise numerosi soggetti religiosi: il Libro dei Santi, dallo stile famigliare e semplice, ancor oggi commovente; Le grandi miserie della guerra (1633), protesta d'un Lorenese contro l'invasione del ducato voluta dal Richelieu. Si dice che il C. avrebbe rifiutato con grande fermezza d'incidere l'entrata trionfale di Luigi XIII in Nancy. I funerali principeschi fattigli dai conterranei dimostrarono il rispetto e la devozione tributati all'uomo oltre che all'artista; la famiglia gli elevò un monumento nel chiostro dei Cordeliers.
Grande maestro, indipendente e originale, il C. fu, a modo suo, un classico: l'opera sua non ricade nell'aneddoto e nella curiosità, ma assume un valore generale. Il C. ha una visione larga e un'eccezionale precisione nell'esecuzione. È dubbio che gli appartengano varie pitture segnate col suo nome, ma nelle sue incisioni v'è un senso delicato dei valori e dell'atmosfera. Quando l'incisione stava per divenire un semplice procedimento di riproduzione, seppe renderla uno strumento originale, per esprimere la visione, gli appunti, gli schizzi, le osservazioni proprie ad un artista che può farne il diario della sua vita e delle sue emozioni, confidandole fantasie, collere e passioni. (V. tavv. XCI e XCII).
Bibl.: E. Meaume, Recherches sur la vie et les ouvrages de J. Callot, voll. 2, Parigi 1860; A. Moussage, J. C., sa vie et son oeuvre, Parigi 1875; P. Du Most, J. C., Nancy 1875; M. Vachon, J. C., Parigi 1886; H. Bouchot, J. C., Parigi 1889; H. Nasse, J. C. (Meister d. Graphik), I, Lipsia 1909; H. W. Singer, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911; P. Plan, J. C., maître graveur, Bruxelles-Parigi 1911; J. Lieure, J. C., Catalogue de l'oeuvre gravée, voll. 3, Parigi 1924-27; La vie artistique, voll. 2, Parigi 1929.