BAERZE, Jacques de (o Baers, Barse)
Scultore fiammingo attivo a Termonde nelle Fiandre orientali tra il 1370 e il 1399.Su commissione del conte di Fiandra Luigi di Mâle, B. eseguì due polittici in legno, oggi perduti: l'uno già nell'abside maggiore della cappella del castello di Termonde, l'altro donato all'abbazia cistercense femminile di Bijloke a Gand e qui collocato nella cappella dell'ospedale.Alla morte di Luigi di Mâle (1384) ereditò la contea sua figlia Margherita, moglie di Filippo l'Ardito, duca di Borgogna, che, venuto anche a Termonde in occasione di un viaggio nei propri domini fiamminghi, commissionò a B., nel 1390, due polittici simili a quelli realizzati dallo scultore su commissione del conte di Fiandra per la certosa di Champmol, la cui costruzione era iniziata nel 1383. La supervisione complessiva e la finale coloritura pittorica dei due polittici furono affidate al pittore fiammingo Melchior Broederlam di Ypres, presso la cui bottega le due opere, realizzate nella loro ossatura plastica a Termonde, vennero trasportate pezzo a pezzo (le riquadrature lignee furono portate da prima a Digione e quindi, nel 1391, a Ypres per ordine del duca) per essere poi ricomposte alla fine della lavorazione in complessi unitari. Nel corso dell'impresa si verificarono ritardi anche perché uno dei polittici venne realizzato senza attenersi esattamente al progetto originario: il duca chiese pertanto a B. di rielaborarlo e lo scultore vi lavorò fino al 1398. Nell'agosto del 1399 le due opere vennero trasportate a Digione da Melchior Broederlam per essere sottoposte al giudizio di una commissione di cui facevano parte lo scultore Claus Sluter, il pittore Jean Malouel e l'orafo Hennequin de Haacht.Conservati a Digione nel Mus. des Beaux-Arts e sostanzialmente integri, i due polittici hanno una profondità di cm. 10 e sono chiusi esternamente da sportelli ruotanti su perni. Ad ante aperte, mostrano nella parte superiore una complessa decorazione a tabernacoli e intagli a traforo, mentre in quella inferiore si trovano scene narrative che nel pannello centrale sono inquadrate da cornici a battenti in cui sono inserite cinque statuette di santi, alte cm. 41, sormontate da elaborati baldacchini; tutte le superfici delle strutture architettoniche sono dorate mentre le figure sono policrome.Nella più complessa delle due opere, il polittico della Crocifissione (altezza m. 1,67; larghezza complessiva m. 3,02) sono rappresentate l'Adorazione dei Magi, la Crocifissione - l'originale della figura di Cristo si trova oggi a Chicago (Art Inst.) - e la Sepoltura. Sulla superficie esterna degli sportelli si conservano i dipinti di Broederlam: l'Annunciazione e la Visitazione, la Presentazione al Tempio e la Fuga in Egitto. Nel secondo polittico, detto 'dei santi e dei martiri' (altezza m. 1,59; larghezza complessiva m. 5,02), si trovano tre raffigurazioni: la Decapitazione di s. Giovanni Battista, il Martirio delle ss. Caterina e Barbara e la Tentazione di s. Antonio Abate. La specifica committenza è dimostrata in entrambi i casi dalle iniziali del duca e della duchessa, P e M, punzonate sulla cornice del polittico della Crocifissione e invece dipinte, insieme agli stemmi, su un fregio intagliato al di sotto delle sculture del polittico dei Santi e dei Martiri.Questo tipo di altare intagliato, caratterizzato dalla elaborata struttura 'a palcoscenico' e da composizioni in cui le figure si raggruppano fittamente - così come avviene nei, più piccoli, pannelli eburnei -, rappresentava alla fine del sec. 14° una innovazione. Si trattava di opere il cui scopo era evidentemente quello di impressionare per il loro splendore e la raffinata eleganza e che sotto questo aspetto costituiscono uno dei contributi più significativi dell'arte fiamminga allo stile gotico internazionale. Di fatto un unicum, nel quadro europeo possono considerarsi prototipi degli altari scolpiti nei decenni successivi in Brabante e nelle Fiandre.Il polittico della Crocifissione venne collocato nella certosa di Champmol sull'altare dell'abside retrostante l'altare maggiore, in una posizione ben calcolata che ripeteva quella del primo polittico di Termonde. Il polittico dei Santi e dei Martiri fu posto sull'altare del Capitolo, adiacente alla sacrestia e dunque nelle immediate vicinanze del presbiterio. Fragili e dotate di superfici vulnerabili all'umidità, già nel 1404 entrambe le opere dovettero essere restaurate dal pittore della corte ducale Jean Malouel.Un secondo restauro si ebbe nel 1841-1843, dopo che i polittici, già trasferiti nel 1792 nella chiesa di Saint-Bénigne, erano divenuti proprietà del Mus. des Beaux-Arts di Digione.
Bibl.: C.C.A. Dehaisnes, Documents et extraits divers concernant l'histoire de l'art dans la Flandre, l'Artois et le Hainaut avant le XVe siècle, Lille 1886, I, pp. 676, 689, 696-699, 719, 738, 740, 745; C. Monget, La Chartreuse de Dijon d'après les documents des archives de Dijon, I, Tournai 1898, pp. 201-211; D. Roggen, De twee retabels van de Baerze [I due polittici di de B.], Gentse Bijdragen tot de Kunstgeschiedenis 2, 1935, pp. 91-107; Dijon, Musée des Beaux-Arts, Catalogue des sculptures, a cura di P. Quarré, Dijon 1960, p. 10, tavv. II-V.P.M. de Winter