Baroncelli, Jacques de (propr. Baroncelli-Javon, Jacques de)
Regista cinematografico francese, nato a Bouillargues (Gard) il 25 giugno 1881 e morto a Parigi il 12 gennaio 1951. Nel corso della sua carriera diresse più di settanta film, realizzando nel periodo del muto alcune opere di valore e con l'avvento del sonoro film eleganti e ben costruiti, ma di maniera.
Di nobile e ricca famiglia provenzale, in seguito alla morte del padre nel 1908 si trasferì a Parigi, dove intraprese la carriera di giornalista. Da un iniziale atteggiamento snobistico nei confronti del cinema passò rapidamente a occuparsene in modo entusiasta, specialmente sulle pagine del giornale "L'opinion", e dal 1915 vi si dedicò completamente. In quell'anno infatti debuttò con la Film d'Art sia come scenarista, con l'adattamento del suo testo letterario La maison de l'espoir per il film omonimo, sia come regista. In seguito, in soli otto anni diresse e produsse, per la casa di produzione Lumina da lui fondata, una trentina di film basati su suoi scenari e su testi letterari, spaziando dal melodramma al genere fantastico. Pur mantenendosi ai margini di quello che fu definito Impressionismo francese, in Nène (1923), da un romanzo di E. Pérochon, e soprattutto in Pêcheurs d'Islande (1924), da un romanzo di P. Loti (dei quali curò anche l'adattamento), riuscì a valorizzare senza compiacimenti estetici il paesaggio naturale, che divenne il vero protagonista dei suoi film. Nei primi anni del sonoro, oltre a girare nuove versioni di alcuni dei suoi film muti, si dedicò all'ambizioso progetto di una 'trilogia della Camargue', un omaggio alla sua terra natale, permeata però da un calligrafismo folcloristico che non incontrò il favore del pubblico e della critica: L'Arlésienne (1930), tratto dal dramma di A. Daudet e prodotto dalla Pathé; Gitanes (1933), basato su un suo soggetto originale e da lui prodotto; Le roi de Camargue (1935), adattamento di H. Decoin di una novella di J. Aicard e prodotto dalla General Film. Fu soprattutto l'insuccesso di Gitanes, che decretò anche il fallimento della sua casa di produzione, a indurre B. a occuparsi in seguito esclusivamente della regia di film destinati a un più ampio pubblico. Tra questi: Michel Strogoff (1935) dal romanzo di J. Verne, La duchesse de Langeais (1942; Il marchio sulla carne) dal romanzo di H. de Balzac, Les mystères de Paris (1943; I misteri di Parigi) dal romanzo di E. Sue, Rocambole (1946) e La revanche de Baccarat (1948; La rivincita di Baccarat), entrambi tratti da romanzi di P.-A. Ponson du Terrail.