LIPCHITZ, Jacques
Scultore, nato a Druskieniki (Lituania) il 22 agosto 1891. Dopo aver seguito dei corsi di architettura a Wilna, si trasferì nel 1909 a Parigi dove studiò all'Académie Julian e all'École des Beaux-Arts. Si applicò in un primo momento alle arti industriali e espose per la prima volta nel 1912. Naturalizzato francese dal 1924, è vissuto a lungo in Francia organizzando parecchie mostre personali a Parigi e New York. Vive oggi negli Stati Uniti d'America.
Intorno al 1913 egli risentì della scultura negra, delle esperienze del cubismo analitico, di Picasso e di Modigliani. Nel 1914 il suo stile subì una prima trasformazione di orientamento e aderì poi definitivamente al cubismo. Si legò di amicizia con Juan Gris, i cui suggerimenti lo portarono a prediligere una linea dritta e incisiva che scandisce i volumi. Tendendo alla plastica pura, alla traduzione plastica del motivo umano, sempre più rari si fanno in lui gli elementi figurativi che rapportano all'oggetto. Scolpisce in pietra e in bronzo.
Notevoli di questo periodo il Chitarrista (1918), Ploumanach (1926). Intorno al 1928 si stacca dalla linea rigida e ricerca più liricamente un ammorbidimento della forma in una linea più flessa (1928, L'arpista; 1930, Le chant des voyelles). In America lo vediamo accostarsi quasi con violenza a una espressione sensuale, evidente anche nella scelta dei soggetti (1941, Madre e figlio; 1942, Floraison; 1947-54, Notre-Dame de Liesse). Queste ricerche di lirismo sempre più esasperato fino a divenire sensuale, di vibrazioni dinamiche della materia, di pittoricismo insistito lo portano ad una forma tipica di barocchismo riscontrabile nelle sue opere più recenti dal 1947 in poi. La forma ha rinunciato a qualunque allusione alla realtà esteriore per divenire spasmodica tensione, esaltazione della vitalità della materia. Tra le sue opere di decorazione, importanti la collaborazione con Le Corbusier, O. Niemeyer e F. Lloyd Wright in opere di architettura e la decorazione della facciata del ministero dell'Educazione Nazionale a Rio de Janeiro. Vedi tav. f. t.
Bibl.: A. Carndufl Ritchie, Sculpture of the twentieth century, New York 1953; L. Hess, Space for Modern Sculpture, in Art News, 1954; C. Giedion Welcher, Contemporary sculpture, New York e Stoccarda 1955; W. George, De Wereld van Lipchitz, in Museumjournaal, giugno 1958.