Ranciere, Jacques
Rancière, Jacques. – Filosofo francese (n. Algeri 1940). Ha dedicato interessanti contributi all'estetica nel cinema. In La fable cinématographique (2001; trad. it. 2006), R. mostra come l’aspetto visivo dei film, enfatizzato a volte come l’unico autenticamente artistico, non possa costituirsi se non in contrasto con la struttura narrativa, a tratti sospesa grazie alla forza delle immagini. Questo carattere doppio e «contrastato» del cinema ne fa l’arte più emblematica del regime estetico moderno e insieme la sua «confutazione in atto». Il tema della duplice natura del cinema viene ripreso nel libro Le destin des images (2003; trad. it. 2007), in cui le immagini sono definite come «operazioni» realizzate a partire da un rapporto tra dicibile e visibile.
Con Le spectateur émancipé (2008), il filosofo reagisce contro l’idea della passività dello spettatore, affermando che uno sguardo critico può condurre al rivolgimento dell’ordine costituito. Sono ancora gli scarti del cinema e le sue differenze rispetto alle altre arti, alla politica e alla teoria, il fulcro di Les écarts du cinéma (2011; trad. it. 2013): il cinema è il luogo materiale di uno spettacolo, ciò che di questo si sedimenta in noi, apparato ideologico, arte, ma anche un concetto filosofico. Se questa pluralità è stata spesso ridotta a un solo aspetto, occorre invece, secondo R., tenere sempre presente e rivendicare la complessità del cinema.