Rivoluzionario (n. 1752 - m. Bicêtre, Parigi, 1794). Curato a Parigi, aderì entusiasticamente alla Rivoluzione; colpito da interdetto per aver partecipato alle rivolte antifeudali dei contadini (apr. 1790), fu reintegrato nel sacerdozio quando prestò giuramento alla costituzione civile del clero. Membro del Club dei Cordiglieri, il 10 ag. 1792 partecipò alla insurrezione della Comune di Parigi, entrando nel consiglio generale; con J. Varlet guidò il gruppo che, per i toni violenti della protesta, fu detto degli Arrabbiati: essi rivendicavano l'adozione immediata di provvedimenti a favore degli strati popolari (calmiere generale, pena capitale per gli accaparratori) e l'esercizio della democrazia diretta. Nel corso del 1793 gli Arrabbiati, attraverso la mobilitazione delle sezioni parigine, svolsero un ruolo notevole nella radicalizzazione della lotta politica. R. capeggiò le agitazioni contro il carovita, sfociate nei tumulti di febbraio e di giugno, e fu tra gli organizzatori della giornata insurrezionale del 31 maggio. Gli attacchi violenti rivolti anche ai giacobini provocarono la dura reazione di Robespierre, che il 28 giugno denunciò il comportamento controrivoluzionario di Roux. Espulso dalla Comune e dal Club dei Cordiglieri, fu arrestato il 5 sett. e rinviato al tribunale rivoluzionario; si suicidò in carcere.