• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

SARRAZIN, Jacques

di Andrée R. Schneider - Enciclopedia Italiana (1936)
  • Condividi

SARRAZIN, Jacques

Andrée R. Schneider

Scultore e pittore, nato a Noyon nel 1592, morto a Parigi il 3 dicembre 1660. Entrato nello studio dello scultore N. Guillain, si recò a Roma nel 1610 e non tornò in Francia che nel 1628. Fu uno degli artisti che unirono lo spirito realista francese di provincia e il classicismo appreso dall'Italia. A Roma ammirò l'opera del Giambologna, e prese dal Domenichino, dal Reni, dal Guercino, suoi amici, la passione per i putti, sicché fu lo scultore dell'infanzia nel sec. XVII. Scolpì un'Atalanta e un Polifemo per la vigna del cardinale Aldobrandini. Ritornato in Francia dopo 18 anni di soggiorno in Italia, fu colmato di ordinazioni dal re, dal cardinale di Richelieu e da tutti i grandi. Eseguì opere decorative di carattere monumentale, come le possenti Cariatidi del Padiglione dell'Orologio nel Palazzo del Louvre; decorazioni per giardini piene di grazia ellenistica, come i Bambini con la capra (verso il 1640, Louvre) e i Bambini e la sfinge (Parco di Versailles): infine varî monumenti funebri come l'Orante del cardinale de Bérulle (1656, Louvre) ispirato alla Controriforma, il monumento per il cuore di Luigi XIII (resti al Louvre) e il mausoleo di Enrico di Borbone (verso il 1659), ora nella cappella del castello di Chantilly. È lo scultore che segna la transizione tra la plastica del tempo del Richelieu e del Mazzarino e quella di Versailles.

Bibl.: J.-J. Guiffrey, Comptes des Bâtiments du Roi pour le règne de Louis XIV (1664-1715), Parigi 1881-1901; M. Dicard, J. S. Son œuvre, son influence, ivi 1933; A. Girodie, J. S. (1592-1660), Blérancourt 1934; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIX, Lipsia 1935 (con bibl.).

  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali