Tourneur, Jacques
Regista cinematografico francese, naturalizzato statunitense, nato a Parigi il 12 novembre 1904 e morto a Bergerac (Dordogne) il 19 dicembre 1977. La sua filmografia coprì ogni genere, ma fu soprattutto nei film fantastici (spesso a basso costo) e nei noir, che T. perfezionò l'arte di ottenere il massimo di effetti con il minimo di mezzi. Il suo cinema, indipendentemente dalla trama quasi sempre imposta dai produttori, è un cinema sommesso fatto di fantasmi, di ombre familiari, di immagini fluide, in cui la mano leggera e perfezionista del regista è presente in tutte le componenti del film, con attenzione particolare al suono (ma anche al silenzio che riveste un ruolo particolarissimo) e all'illuminazione.
Figlio del regista Maurice, apprese il mestiere alla scuola del padre, al cui seguito nel 1914 si trasferì negli Stati Uniti. All'inizio degli anni Venti cominciò a lavorare come assistente e montatore, principalmente per i film del padre e, sporadicamente, come attore. Nel 1924 venne assunto come impiegato negli uffici della Metro Goldwyn Mayer. Tornato in Francia nel 1928, esordì come regista girando vari film; insoddisfatto, ripartì per l'America per lavorare come regista di seconda unità alla MGM, spesso in collaborazione con il produttore-sceneggiatore Val Lewton. L'incontro con Lewton fu determinante per la carriera di T. e per l'evoluzione della sua poetica. Assieme, avrebbero concepito per la RKO tre film destinati a diventare classici nell'ambito del genere fantastico: Cat people (1942; Il bacio della pantera), I walked with a zombie (Ho camminato con uno zombi) e The leopard man (L'uomo leopardo) entrambi del 1943. I film, girati a costi ridottissimi, colpiscono tuttora per la capacità di dar corpo a paura e angoscia ricorrendo a scelte cinematografiche assai raffinate.
Conclusa la collaborazione con Lewton, T. realizzò il suo primo film a colori, il western Canyon passage (1946; I conquistatori, dimostrando che il genio visivo non si limitava agli inquietanti chiaroscuri del bianco e nero (anche il successivo Anne of the Indies, 1951, La regina dei pirati è un esempio di perfezione cromatica). Nel 1947 il regista diresse Robert Mitchum in Out of the past (Le catene della colpa o La banda degli implacabili), considerato uno dei migliori noir della storia del cinema e particolarmente riuscito grazie al lavoro del direttore della fotografia Nicholas Musuraca, che aveva curato anche le immagini di Cat people. Ritenuto da molti, insieme a quest'ultimo, il suo capolavoro Out of the past è un noir del tutto singolare, dove i personaggi errano tra presente e flashback, irretiti in una ragnatela temporale che diventa spazio mentale. Come in tutti i suoi film, T. rifiuta qualsiasi manicheismo (fatto assai insolito, nel cinema di genere) e la suspense non è mai legata a irruzioni violente, ma alla coscienza confusa dei personaggi, oberati da forze e passioni incontrollabili e da un passato che intuiscono senza mai conoscerlo del tutto. La rivelazione finale, in tal senso, non è mai una sorpresa, ma piuttosto la rielaborazione e riappropriazione di qualcosa che si erano rifiutati di accettare e vedere: il male e il bene dentro di sé, quel che appunto la macchina da presa non può registrare, ma solo suggerire.
Nel 1957 diresse l'inquietante horror Night of the demon, noto negli Stati Uniti con il titolo Curse of the demon (La notte del demonio). Il suo ultimo film, meno significativo, è War gods of the deep (1965; 20.000 leghe sotto la Terra). La sua opera, raffinata e anomala, fu scoperta solo nella seconda metà degli anni Sessanta, quando la carriera del regista si era ormai conclusa, e T. venne rivalutato, in particolare dalla critica francese, come uno dei più grandi registi di film di genere.
C. Fujiwara, Jacques Tourneur: the cinema of nightfall, Jefferson (NC) 1998.