ROSTOVCEV, Jakov Ivanovič
Uomo di stato russo, nato a Pietroburgo il 29 dicembre 1803, ivi morto il 6 febbraio 1860. Finita la scuola militare dei paggi, iniziò il servizio nella guardia imperiale. Le sue tendenze letterarie lo avvicinarono a un cerchio di uomini colti, che avevano dei rapporti con la società dei futuri dekabristi, fra i quali il principe E. P. Obolenskij, K. Ryleiev e altri. Nel dicembre del 1825, venuto a sapere della congiura preparata contro Nicola I, R. cercò, d'accordo con i suoi amici, di sconsigliare Nicola dall'accettare la successione al trono, naturalmente senza riuscirvi. Nel 1826 fu addetto alla persona del granduca Michele Pavlovic, che egli accompagnò nel 1828 nella guerra dei Balcani e nel 1831 nella repressione della rivolta dei Polacchi. Dal 1835 fu direttore degli uffici d'amministrazione delle scuole militari, diretti dal granduca Michele, ufficio che tenne fino alla norte. Nel 1855 fu nominato ispettore capo delle scuole militari in Russia. In questo campo il R. fece molto per l'aumento del numero di questi istituti, e, quel che conta soprattutto, per infondere loro un nuovo spirito modificandone programmi e metodi pedagogici; nella quale opera si appoggiò sulla collaborazione di uomini, quale K. D. Kavelin, A. Galachov, F. Buslaiev e altri. In questa sua attività era venuto a contatto col granduca Alessandro, il futuro zar Alessandro II, e ne divenne una delle persone di fiducia. Nel 1857, quando furono iniziati i lavori della riforma per la liberazione dei contadini, R. fu nominato membro del comitato segreto (più tardi comitato principale). Non essendo egli stesso proprietario terriero, era molto poco al corrente di quel che conveniva fare, ma, dopo studî tenaci, seppe ben presto diventare il centro e l'animatore principale del comitato, e acquistò anche influenza sullo stesso zar. Sono di grande importanza il viaggio fatto da lui all'estero nel 1858 e le lettere scritte da lui ad Alessandro II durante questo viaggio. Particolarmente importante è stata l'idea di R. di liberare i contadini, provvedendoli di terreno, e di concedere loro il riscatto della terra dopo un breve periodo di obblighi temporanei verso i proprietarî terrieri. Nel marzo 1859 furono formate, sotto la presidenza di R., speciali commissioni di redazione, che dovevano elaborare i progetti delle leggi per la riforma rurale, in base tanto alle premesse del governo, quanto anche ai progetti elaborati dai comitati dei nobili in singole provincie. R. diresse con poderosa energia questi lavori, cercando con la sua influenza e forza di volontà di assicurare il successo alla riforma e di mantener vivo il desiderio della sua effettuazione in Alessandro II. Ma non poté portare fino in fondo quest'opera: esaurito da un lavoro eccessivo, la sua salute non resse. Morì raccomandando ad Alessandro II di non temere le riforme. Dopo la morte fu insignito del titolo di conte.
Bibl.: M. M. Bogoslovskij, in Osvoboždenie krestjan. Dejateli reformy (La liberazione dei contadini. Gli operatori della riforma), Mosca 1911, pp. 200-232; Laliiev, Istoričeskij očerk voennoučebnych zavedenij, Pietroburgo 1880; A. I. Skrebickij, Krestjanskoe delo v carstvovanie Imp. Aleksandra II (La causa dei contadini durante il regno di Alessandro II), Bonn 1862.