Agee, James
Sceneggiatore statunitense, nato a Knoxville (Tennessee) il 27 novembre 1909 e morto a New York il 16 maggio 1955. Romanziere e poeta, giornalista e critico, si interessò al cinema che, a suo parere, era il più grande mezzo di espressività artistica del 20° secolo. Lavorò a Hollywood, cui riconosceva il ruolo di centro di produzione della vera arte popolare, dedicandosi alla scrittura cinematografica, vista come una ricca opportunità per la ricerca di nuove linee stilistiche. Fin dalla sua prima raccolta di poesie, Permit me voyage (1934), la scrittura di A. unì infatti alla modalità rievocativa, propria dell'autobiografia, espressioni e costruzioni letterarie che riprendevano le tecniche cinematografiche della ripresa visiva e della dissolvenza.
Laureatosi alla Harvard University, intraprese la carriera di giornalista cinematografico (1941-1948); le critiche, soprattutto per il "Time" e "The Nation", e alcuni suoi saggi (fra cui Comedy's greatest era e Undirectable director) furono raccolti nel volume postumo Agee on film: reviews and comments (1958). Nel 1948 A. si trasferì a Hollywood dove esordì come sceneggiatore, adattando una novella di S. Crane per il film The blue hotel, trasmesso solo in televisione. Nello stesso anno firmò il commento fuori campo del documentario The quiet one (L'escluso) di Sidney Meyers. Realizzato a New York, nel quartiere di Harlem, è la storia della rieducazione di un minorenne disadattato, rinchiuso in sé stesso come estrema difesa contro l'ostilità del contesto sociale. La collaborazione con John Huston alla stesura della sceneggiatura di The African queen (1951; La regina d'Africa) rappresentò per A. la grande avventura cinematografica e gli assicurò l'unica nomination all'Oscar. L'impianto della sceneggiatura, che in origine rispettava l'intonazione più drammatica del romanzo di C.S. Forester cui s'ispirava, fu modificato in quanto le forti personalità dei due attori coinvolti, Humphrey Bogart e Katharine Hepburn, convinsero A. e il regista a valorizzare lo scontro, che si trasforma in storia d'amore, tra i due personaggi principali (un'acida zitella e un marinaio votato al cinismo e all'alcool) e a lasciare spazio all'umorismo che nasce dai loro irresistibili duetti. Nel 1952 A. scrisse un western di tono satirico, The bride comes to yellow sky (A colpi di pistola), tratto da un racconto di S. Crane che venne diretto da Bretaigne Windust e che fu poi distribuito, insieme a un altro mediometraggio, con il titolo Face to face. L'anno seguente A. elaborò la sceneggiatura per il film sulla vita di P. Gauguin (Noa Noa), mai girato a causa del protrarsi delle trattative con la produzione interrottesi poi per la sua morte. La sceneggiatura, basata sul romanzo di D. Grubb, con la quale invece si sarebbe conclusa la sua carriera, era stata scritta da A. anni prima. Nel 1955 fu infatti Charles Laughton a girare il film The night of the hunter (La morte corre sul fiume), primo e unico film da lui diretto. Il passaggio dal libro alla sceneggiatura e infine al film avvenne per gradi e con inserimenti di continue invenzioni (sia del regista sia dell'attore protagonista, Robert Mitchum), tanto che il fascino dell'opera risiede nella pluralità di linguaggi e di influenze letterarie e cinematografiche. Non si può stabilire con esattezza l'apporto creativo di A. al film; sicuramente in fase di scrittura introdusse un prologo, mancante nel libro, che fu però ampliato dal regista per conferirgli una rilevanza narrativa e strutturale diversa. Il film, una delle evocazioni più intense di terrore infantile, non ebbe successo e solo negli anni seguenti fu rivalutato.
Oltre a Let us know praise famous men (1941; trad. it. 1994), opera dedicata ai piccoli contadini del Sud realizzata con il fotografo Walter Evans, a The morning watch (1951; trad. it. 1966), ambientato nei luoghi della sua adolescenza, A. scrisse il romanzo A death in the family, pubblicato postumo, per il quale ricevette nel 1958 il premio Pulitzer. Il romanzo fu adattato per il teatro (1960) ed ebbe poi una versione cinematografica, All the way home (1963) di Alex Segal. L'attività di A. come autore cinematografico si trova raccolta nel volume Agee on film: five film scripts (1960).
P.H. Olin, Agee, New York 1966.