COOK, James
Uno dei più grandi navigatori d'ogni tempo, forse il più grande fra gl'Inglesi. Nato il 28 ottobre 1728 a Marton, nello Yorkshire, da famiglia modesta, cominciò molto giovane la sua carriera marinara ed entrò volontario nel 1755 nella marina reale, facendo le sue prime prove sull'Eagle sotto Hugh Palisser, poi suo protettore. Comandante (master) quattro anni dopo, fu inviato sul S. Lorenzo per i lavori che vi compiva la marina inglese. Lord Colville lo volle sulla sua nave ammiraglia, il Northumberland. L'inverno del 1760 fu dal C. trascorso a Halifax, dove si applicò indefessamente a studiare matematiche e astronomia nautica. Nel 1762 compì il rilevamento di parte delle coste di Terranova; un anno dopo il Palisser, allora governatore di quest'isola, lo nominò Marine Surveyor di Terranova e del Labrador, carica che tenne fino al 1767. Nello stesso tempo cominciò ad acquistare reputazione per i suoi lavori astronomici. Nell'agosto 1766 fu mandato presso Cape Ray per osservare un'eclissi solare, di cui diè conto alla Società Reale di Londra.
Decisa dal governo inglese una spedizione di studiosi per osservare nei mari del sud il passaggio di Venere sul Sole, il C. fu chiamato a dirigerla, con l'incarico di condurre anche delle ricerche geografiche in quelle regioni. Nominato luogotenente al comando dell'Endeavour, un vascello di 370 tonnellate, salpò da Plymouth il 25 agosto 1768, conducendo seco J. Banks, il botanico Solander, e i pittori Buchan e Sydney Parkinson, l'ultimo dei quali acquistò fama per i suoi quadri d'interesse naturalistico. Dopo aver toccato Madera e Rio de Janeiro, doppiò il Capo di Buona Speranza e giunse nell'aprile del 1769 a Tahiti; riconobbe e rilevò l'arcipelago delle Isole della Società e, portata a termine la missione affidatagli, navigò verso SO., compiendo quasi per intero il periplo della Nuova Zelanda, dove scoprì lo stretto che da lui prese nome. Dalla Nuova Zelanda passò poi sulle coste orientali dell'Australia (Nuova Olanda), che costeggiò dal Capo Howe al Capo York (2600 miglia), e quindi per la Nuova Guinea e il Capo di Buona Speranza si ricondusse in patria, prendendo terra a Downs il 12 giugno 1771.
Due mesi dopo, promosso Commander, s'imbarcò sulla Resolution (460 tonn.), destinata con la Adventure (330 tonn.) - quest'ultima affidata al capitano Tobias Furneaux - a una crociera nei mari del sud per riconoscere i contorni dell'ipotetico continente australe. Il C. aveva mobilitato un buon numero di specialisti, fra i quali, oltre agli astronomi e agli artisti, erano i due Forster, padre e figlio, che dovevano acquistare buona fama per i loro studî naturalistici. Partito da Plymouth il 13 luglio del 1772, si diresse prima nella zona a S. dell'Africa, poi a mezzodì della Nuova Zelanda, toccando (30 gennaio 1774) la latitudine massima di 71°10′ S. (non lungi dal 107 O.), e incrociando a lungo in ogni senso nei mari australi fra 50° e 60° S. In questo viaggio il C. completò l'esplorazione della Polinesia meridionale, rilevando parecchi gruppi d'isole, principalmente le Marquesas, le Nuove Ebridi e la Nuova Caledonia, e scoprì o riscoprì il gruppo d'isole che egli nominò Southern Georgia (gennaio 1775).
Ritornò in patria il 29 luglio 1775; accolto con grandissimi onori, fu promosso capitano di marina (grado, allora, assai elevato) e gli venne offerto un posto nell'osservatorio di Greenwich che rifiutò, per prendere parte a una nuova impresa: la ricerca del passaggio dal Pacifico all'Atlantico per la via dello Stretto di Bering. Imbarcatosi ancora sulla Resolution, il 12 luglio 1776, il C. lasciò l'Inghilterra per l'ultima volta; qualche giorno più tardi il capitano Clarke lo seguiva con la Discovery. Dal Capo di Buona Speranza le due navi volsero alla Terra di Van Diemen e alla Nuova Zelanda. Speso un anno in altre esplorazioni nel Pacifico, dove scoprì le isole Cook o Hervey, nel gennaio del 1778 raggiunse casualmente il gruppo delle Hawaii, da lui dette Sandwich, che probabilmente navi spagnole avevano prima visto o toccato nei viaggi fra il Messico e le Filippine. Portatosi nel Pacifico settentrionale, raggiunse la costa californiana sul 44°55′ N., ma, tenutone lontano dal cattivo tempo, riprese l'esplorazione solo oltre il 60° N. Di qui continuò fino all'Icy Cape, poco oltre il 70° N., donde i ghiacci lo costrinsero a tornare indietro. Volta la prua alle Hawaii, approdò di nuovo a Tahiti, dove, cambiate le disposizioni pacifiche degli abitanti verso gl'Inglesi, il 14 febbraio 1779 il C. cadeva ucciso dagl'indigeni, durante un conflitto che egli aveva tentato invano di comporre (le altre versioni della sua morte non hanno serio fondamento). Il Clarke continuò la spedizione tornando allo Stretto di Bering, ma fu arrestato anch'egli al 70° N., dopo di che, volta la prua all'Inghilterra, vi approdò quattro anni dopo la partenza, il 4 ottobre 1780.
Mentre con il primo viaggio il C. aveva di molto allargato la conoscenza geografica delle terre nuovamente scoperte e quella del Pacifico, dimostrando che Nuova Zelanda e Nuova Olanda erano isole lontane l'una dall'altra e dalla supposta Antartide, con il secondo distrusse il mito del continente australe, la terra incognita di Tolomeo, che nemmeno Schouten e Le Mayre, spintisi oltre il C. Horn, erano riusciti a cancellare dalla cartografia. Con il terzo, poté dar forma pressoché definitiva al contorno dell'estremità NO. dell'America Settentrionale, collegando e completando così i risultati delle spedizioni del Drake e del Bering. Questi tre viaggi, che assicurano al C. un posto non inferiore a quello di Colombo, di Vasco da Gama e di Magellano, rappresentano però solo una parte, e forse nemmeno la più cospicua, dell'opera sua. Enorme è il materiale di osservazioni originali che quasi tutte le scienze, specie le naturali, debbono al C. Oltre alla geografia, la fisica terrestre, la botanica, la zoologia, e in particolar modo l'etnografia, per la quale egli può essere considerato un precursore, compirono con il C. progressi senza precedenti. Le sue esplorazioni furono accompagnate sempre da accurati rilievi, che fissarono per secoli i contorni di una parte considerevole della superficie terrestre. Dati i tempi, i disegni del C. - che si iniziano con la sua carta di Terranova in 8 fogli, pubblicata a Londra fra il 1776 e il 1778 - possono essere considerati un miracolo di esattezza: a darne un'idea basta ricordare che, per la determinazione della longitudine di una località sul Nootka Sound (I. Vancouver), egli compì non meno di 137 osservazioni. È stato perciò non a torto asserito che la cartografia del Pacifico è rimasta in sostanza, prescindendo cioè dalle successive operazioni di particolari, quale il C. ce l'ha lasciata. Solo dopo i suoi viaggi il disegno degli oceani e delle terre e i loro rapporti relativi apparvero nelle linee fondamentali come oggi li conosciamo e fu distrutta l'erronea credenza, fondata su deduzioni speculative, che gli spazî occupati da terre e acque press'a poco si pareggiassero.
I viaggi del C. apportarono un beneficio non meno grande alla madre patria, non essendo mai andata disgiunta, come oggi sappiamo, la preoccupazione politica dagli scopi scientifici, e perciò il C. è considerato dai suoi conterranei il fondatore della potenza inglese nel Pacifico. Un altro merito non trascurabile gli va attribuito: quello di aver volto ogni cura, non solo a una sapiente organizzazione scientifica dei suoi viaggi, giustamente tenuti, per lungo tempo, a modello, ma anche a nuovi metodi per assicurare e garantire meglio le condizioni sanitarie degli equipaggi, le cui frequenti rivolte nell'epoca delle scoperte sono spesso in rapporto con le deficienze igieniche delle navi, con il trattamento fatto alle ciurme, e con i rischi e le malattie dei paesi tropicali. Mentre nel primo suo viaggio perì circa 1/3 dell'equipaggio, nel secondo, che pur durò oltre tre anni, le perdite furono di 1 su 118.
Edizioni: La relazione del primo viaggio, stesa dall'inglese Hawkesworth, fu pubblicata a Londra nel 1773 in tre voll.; quella del secondo, dovuta allo stesso C., nel 1777, in due voll.; quella del terzo, portata a termine dal King, secondo nel comando della Resolution, nel 1784, in tre voll.; tutte e tre le relazioni furono poi voltate in un gran numero di lingue e più volte riprodotte. La prima ediz. italiana è quella milanese del 1816. Anche le osservazioni astronomiche del C. e le sue carte furono date a luce per le stampe; i preziosi originali si conservano per la più parte al British Museum, compreso il giornale del terzo viaggio, che rimase interrotto sotto la data del 6 gennaio 1779.
Bibl.: Non si può dire che all'importanza delle scoperte corrisponda una ricca bibliografia. Nell'ottobre del 1928 fu tenuta a Londra la solenne commemorazione del bicentenario della nascita del C.; notevole il contributo di studî raccolto a cura della Soc. geogr. di Londra, in Geogr. Journ., LXXIII (1929), n. 2 (febbr.). Il miglior lavoro biografico sul C. resta quello di A. Kitson, Captain James C., the Circumnavigator, Londra 1907.