McCAWLEY, James D.
Linguista statunitense di origine scozzese, nato a Glasgow il 30 marzo 1938. Laureato in matematica all'università di Chicago (1958), ha poi conseguito un dottorato in linguistica (1965) sotto la guida di N. Chomsky, al Massachusetts Institute of Technology, con una tesi sul sistema accentuale del giapponese. Dal 1964 insegna all'università di Chicago.
I suoi interessi vertono principalmente su problemi di sintassi e di semantica. È stato fra i fondatori della corrente interna alla linguistica trasformazionale, nota col nome di ''semantica generativa''. Essa si allontana dalla linea chomskiana (secondo cui la sintassi è l'unica componente creativa, e si postula una netta distinzione fra sintassi e semantica) e sostiene che non occorre tener separato il livello della struttura profonda da quello della struttura semantica, e che invece, attraverso operazioni di trasformazione, è possibile collegare le strutture superficiali con le rappresentazioni semantiche.
Caratteristica di McC. è l'attenzione all'analisi particolareggiata del significato delle voci lessicali e del loro funzionamento nell'organizzazione grammaticale della lingua. La sua riflessione si è venuta estendendo anche a questioni di uso, nelle concrete situazioni in cui si manifesta la comunicazione linguistica. I suoi interessi vertono principalmente sulla sintassi del giapponese, del cinese e dell'inglese, ma si è occupato anche di molte altre lingue. Le sue opere principali consistono di un importante manuale di logica (Everything that linguists have always wanted to know about logic (but were ashamed to ask), 1981), specificamente scritto per i linguisti interessati ai rapporti fra sintassi e semantica; di tre raccolte di articoli d'interesse teorico (Grammar and meaning, 1973, riedizione corretta, 1976; Adverbs, vowels, and other objects of wonder, 1979; Thirty million theories of grammar, 1982) e di un monumentale esame analitico della sintassi inglese (The syntactic phenomena of English, 1988), che ne costituisce una delle descrizioni più sistematiche, dal punto di vista semanticista elaborato dall'autore all'interno dell'ambito generativistico. McC. è una delle figure più vigorose e originali nella linguistica statunitense contemporanea, in cui ha promosso da un lato l'esigenza della precisione e del rigore argomentativo in campo teorico, e dall'altro un atteggiamento scanzonato, e a volte goliardico, per cui si è fatto promotore di scritti, più o meno scherzosi, in cui vengono studiate, con impegno teorico originale, espressioni oscene e scatologiche. Ha preso anche pubblicamente posizioni politiche libertarie, che egli definisce come ''anarco-capitaliste'', ispirate da una parte a P. Feyerabend e dall'altra a F. von Hayek e alla Scuola austriaca. In ambito linguistico si muove nella via aperta da Chomsky, si rifà anche all'opera di autori come O. Jespersen e D. Bolinger, e si sente vicino a teorici come G. Lakoff e J.R. Ross.
Bibl.: Per un inquadramento generale si veda La semantica generativa, a cura di G. Cinque, Torino 1979.