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WILSON, James Harold

di Alfredo Breccia - Giuliano Caroli - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)
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WILSON, James Harold

Alfredo Breccia
Giuliano Caroli

Uomo di stato inglese, nato a Huddersfield l'11 marzo 1916. Figlio di un chimico industriale dello Yorkshire, frequentò la Grammar School di Wirral e il Jesus College di Oxford; divenne lecturer in economia al New College della stessa città (1937). Durante la guerra mondiale fu direttore economico e statistico presso il ministero delle Risorse energetiche. Eletto alla Camera dei Comuni nelle elezioni generali del 1945, segretario parlamentare del ministro del Lavoro nel governo laburista, a 31 anni divenne presidente dell'Ufficio del Commercio, mantenendo questa carica fino all'aprile del 1951 (quando si dimise con E. Bevin per protesta contro le accuse del servizio di sicurezza nazionale e contro la politica di riarmo). Nel 1954 prese il posto di Bevin nel gabinetto-ombra, e già nel 1960 tentò di strappare, senza successo, la leadership del Partito laburista a H. Gaitskell; alla morte di quest'ultimo fu scelto come suo successore con una maggioranza di 41 voti. Nel corso del 1963 lavorò duramente per consolidare l'unità del partito, compiendo anche numerose visite all'estero, compresi SUA e URSS. Fermo oppositore della politica estera del governo conservatore, acquistò anche autorità in materie economiche e una solida reputazione come abile oratore e amministratore. Divenne primo ministro il 16 ottobre 1964, dopo una vittoria di stretta misura dei laburisti alle elezioni politiche. Dopo le elezioni riuscì ad affrontare, sostenuto dalla piena solidarietà del partito, una situazione parlamentare e politica delicata, adottando controverse decisioni in materia economica, come la rinazionalizzazione dell'acciaio. Ancora nel 1964 fu rieletto leader del partito.

In politica interna, oltre alla crisi della sterlina, affrontò il problema dell'equilibrio tra la riorganizzazione sociale, richiesta dai laburisti, e le esigenze della dissestata bilancia dei pagamenti. In politica estera allargò il raggio d'azione inglese a Est come a Ovest; si oppose alla guerra del Vietnam, nella quale erano sempre più coinvolti gli Stati Uniti, dichiarandosi anche contro le loro proposte sulla collaborazione nucleare multilaterale. La grave crisi rhodesiana, sorta in seguito alla dichiarazione unilaterale d'indipendenza di I. Smith, e la richiesta inglese di ammissione alla CEE rappresentano i temi maggiori della politica estera di Wilson. L'aumento delle difficoltà economiche, il difficile dialogo con i sindacati, il deficit della bilancia dei pagamenti, l'inflazione, l'aumento dei prezzi finirono per logorare la popolarità del leader laburista: il deterioramento della situazione economica fu alla base dell'imprevista sconfitta alle elezioni politiche generali del giugno 1970. Malgrado le polemiche e le voci su un possibile ritiro, W. rimase, anche all'opposizione, alla guida dei laburisti. Negli anni successivi, l'atteggiamento contrario all'ingresso inglese nel MEC, che pure era stato uno dei punti fermi della sua politica di governo, ha caratterizzato l'azione di W.; ma il primo ministro E. Heath riuscì a portare avanti i negoziati e ad assorbire alcuni voti degli stessi laburisti nella discussione parlamentare finale.

Ancora una volta le difficoltà economiche e lo scontro di Heath con i sindacati riportarono W. alla guida del paese (febbraio 1974), anche se con uno scarto minimo di voti. Le elezioni ripetute a ottobre confermarono con un margine più ampio la vittoria dei laburisti. W. ritornò sui suoi passi a proposito dell'ingresso nel MEC, pur proponendo di rinegoziare i termini e indire un referendum (che confermerà nel 1973 l'ingresso inglese nella Comunità europea). Ma la persistente crisi economica, finanziaria e monetaria, malgrado il "patto sociale" concluso con i sindacati, non ha consentito al leader laburista di consolidare le sue posizioni: accusato di "professionalismo" politico, d'incapacità di rilanciare la politica inglese sia interna che estera, tallonato sempre più dai conservatori di M. Thatcher, nel marzo 1976 W. si trovò improvvisamente costretto alle dimissioni, aprendo la strada al governo di J. Callaghan.

Bibl.: N. G. Eyre, Harold Wilson and the "New Britain", Londra 1964; D. Smith, Harold Wilson: a critical biography, ivi 1964; L. Smith, Harold Wilson: the authentic portrait, ivi 1964.

Vedi anche
James Callaghan Callaghan ‹kä´lëhën›, James. - Uomo politico inglese (Portsmouth 1912 - Ringmer, East Sussex, 2005). Deputato laburista dal 1945 e membro della direzione del partito dal 1957, fu cancelliere dello Scacchiere (1964-67) e ministro degli Interni (1967-70). Titolare del Foreign Office (1974-76), nel 1976 ... Major, John Major ‹mèiǧë›, John. - Uomo politico britannico (n. Merton 1943). Eletto nel 1983 nelle file del Partito conservatore in Parlamento, ricoprì numerosi incarichi di governo fino a diventare cancelliere dello Scacchiere (1989-90). Dopo le dimissioni di M. Thatcher assunse la carica di primo ministro (nov. ... Thatcher, Margaret Hilda Donna politica inglese (Grantham, Lincolnshire, 1925 - Londra 2013). Deputato conservatore dal 1959, ministro dell'Educazione (1970-74), leader del Conservative Party dal 1975, divenne primo ministro nel 1979. La sua politica rigorosamente liberista, di rigido controllo dell'offerta di moneta, di tagli ... Blair, Anthony Charles Lynton, detto Tony Uomo politico britannico (n. Edimburgo 1953). Eletto segretario del Labour party (1994), guidò il partito alla vittoria nelle elezioni del 1997, sostenendo una politica che coniugava i principi liberali del mercato e della responsabilità individuale con le esigenze di tutela sociale tipiche della tradizione ...
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    Politico inglese (Huddersfield, Yorkshire, 1916-Londra 1995). Laburista, dal 1945 al 1947 segretario parlamentare al ministero del Lavoro, presidente del Board of trade (1947-51), leader del Partito laburista dal 1961, fu primo ministro dal 1964 al 1970. La sua politica deflazionista e di riduzione ...
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Vocabolario
wilsoniano
wilsoniano 〈uil-〉 agg. – Relativo al presidente degli Stati Uniti Th. W. Wilson, con partic. riferimento ai principî e agli ideali che informarono la sua azione politica (v. wilsonismo): l’utopia w. di una perpetua pace e cooperazione tra...
wilsonismo
wilsonismo 〈uil-〉 s. m. – Il complesso dei principî teorici, degli ideali spesso utopistici, dei tentativi e propositi su cui Thomas Woodrow Wilson 〈u̯ìlsn〉, presidente degli Stati Uniti d’America dal 1913 al 1920, fondò la sua politica...
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