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Hillman, James

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Psicologo statunitense (Atlantic City 1926 - Thompson 2011). Muovendosi dalle teorie di C.G. Jung e discostandosene parzialmente, propone una revisione della psicologia a partire dalla centralità dell'attività "immaginale" dell'uomo, rileggendola in quanto indagine e riflessione etico-sociale sulle problematiche dell'uomo contemporaneo più che come vero e proprio "indirizzo" psicoterapeutico. Tra le opere principali occorre citare Re-visioning psychology (1975; trad. it. 1983).

Vita e pensiero

È stato (1959-79) direttore dello Jung Institut di Zurigo; dal 1970 al 1986 ha diretto la rivista Spring. Fondatore della cosiddetta psicologia archetipica, H. propone, in continuità solo parziale con il punto di vista junghiano, una revisione della psicologia e della psicopatologia a partire dalla centralità dell'attività "immaginale" universale dell'uomo, intesa come contrapposta alle attività finalizzate e normative dell'Io. Il discorso dell'anima, il cosiddetto "fare anima" di H., diviene allora elaborazione della base immaginale dei miti, collegamento con l'immediatezza dell'esperienza sensoriale, attenzione alla molteplicità di intenzioni e prospettive che albergano nella nostra coscienza, in una continua e feconda decostruzione simbolica di aspetti e vicende della realtà nella quale siamo immersi. La psicologia di H. è andata via via ponendosi come indagine e riflessione etico-sociale sulle problematiche dell'uomo contemporaneo, più che come vero e proprio "indirizzo" psicoterapeutico (ne è significativa testimonianza il fatto che lo stesso H. abbia deciso di dedicarsi unicamente all'attività culturale, sospendendo la professione analitica).

Opere

Della vasta produzione di H. si ricordano inoltre: Emotion. A comprehensive phenomenology of theories and their meaning for therapy (1960); The suicide and the soul (1964; trad. it. 1972); Senex et puer (1967; trad. it. 1973); Essay on Pan (1972; trad. it. 1977); The myth of analysis (1972; trad. it. 1979); The dream and the underworld (1979; trad. it. 1988); We've had a hundred years of psychotherapy, and the world's getting worse (in collab. con M. Ventura, 1992; trad. it. 1993); The force of character and the lasting life (2000; trad. it. 2000); A terrible love of war (2004; trad. it. 2005). Sono poi stati pubblicati quattro volumi (Archetypal psychology, 2004; City and soul, 2006; Senex and puer, 2006; Mitic figures, 2007) che raccolgono parte della sua produzione di saggi e articoli, mentre nel 2013 è stato edito il testo Lament of the dead. Psychology after Jung's red book (trad. it. 2014), in cui H. dialoga con lo storico della psichiatria S. Shamdasani sul lavoro di Jung.

Vedi anche
Carl Gustav Jung Jung ‹i̯ùṅ›, Carl Gustav. - Psichiatra, psicologo e storico della cultura (Kesswyl 1875 - Küsnacht, Zurigo, 1961). Laureatosi in medicina a Basilea nel 1900, passò al nosocomio psichiatrico zurighese Burghölzli per proseguire gli studî di psichiatria sotto la guida di E. Bleuler. Nel 1902 compì un semestre ... archetipo Specialmente nella tradizione platonica, furono detti archetipo le ‘idee’, cioè gli eterni e trascendenti ‘modelli’ delle cose.  ● Nella psicologia analitica di C.G. Jung, l’archetipo (o Imago o dominante o immagine mitologica o primordiale) è un contenuto dell’inconscio collettivo, che determina la ... Lacan, Jacques Lacan ‹lakã´›, Jacques. - Psicanalista francese (Parigi 1901 - ivi 1981). Conseguita la laurea in medicina, si specializzò in psichiatria con G.-H. G. de Clérambault. Divenuto membro della Société psychanalytique de Paris (SPP), si dedicò al lavoro psichiatrico nell'istituzione ospedaliera. Frequentò ... Svèvo, Italo Svèvo, Italo. - Pseudonimo dello scrittore Ettore Schmitz (Trieste 1861 - Motta di Livenza 1928). È ritenuto uno dei principali esponenti della cultura mitteleuropea. Nei suoi tre romanzi Una vita (1892, ma con data 1893), Senilità (1898), e La coscienza di Zeno (1923), sono espressi i tratti salienti ...
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