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MERRILL, James Ingram

di Andrea Mariani - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)
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MERRILL, James Ingram

Andrea Mariani

Poeta statunitense, nato a New York il 3 marzo 1926. A un'adolescenza agiata, povera di affetti ma ricca di esperienze intellettuali (simbolisti, Proust, Rilke, nouveau roman) e da lui definita più tardi "convalescenza urbana", seguì un periodo di soggiorni all'estero (Europa, Medio Oriente). Importantissimi gli annuali soggiorni in Grecia, rifugio privilegiato per un'intensa sensibilità che tardò a conciliarsi con l'ambiente di origine, e luogo mitico della memoria e d'inesauribile ispirazione. A tale periodo appartengono le raccolte First poems (1951), The country of a thousand years of peace (1959), Water street (1962), che si muovono ancora nell'ambito di una poetica tardo-decadente, pur distinguendosi per l'eleganza e la suggestione delle immagini.

La reticenza nei contenuti e l'esibizionismo formale risalgono a W. H. Auden. Nei casi migliori l'impegno stilistico, ricollegabile alla lezione dei New Critics, è l'esito di uno sperimentalismo di marca europea, che si adegua al contesto culturale americano. Memorabili alcuni componimenti che, come emblemi, emergono da un tessuto denso di citazioni. Stabilitosi definitivamente nel Connecticut, M. produsse Nights and days (1966; National Book Award 1967), The fire screen (1969) e Braving the elements (1972; Bollingen prize 1973). In un primo bilancio della sua esperienza, sulla scorta della poesia ''confessionale'', trovò il coraggio di vincere l'eccessivo pudore e, conquistatasi una preziosa auto-ironia, giunse a un blando monologo drammatico, esente da ogni patetismo. La risposta all'aspettativa della critica e del pubblico fu la monumentale trilogia The changing light at Sandover: un progetto non inferiore, per audacia, a The bridge di H. Crane. L'opera rivela una profonda coerenza strutturale e una pluralità di motivi e soluzioni metriche accostabile ai Cantos di E. Pound; alla forma lirico-narrativa si alterna una polifonia epico-drammatica. Il poema è costituito da The book of Ephraim (in Divine Comedies, 1976; premio Pulitzer 1977), Mirabell: Books of number (1978; National Book Award 1979) e Scripts for the pageant (1980). Nel 1982 M. aggiunse una Coda, che rappresenta il ritorno al quotidiano, dopo un viaggio ultraterreno il cui percorso è degno della fantasia dantesca cui s'ispira.

Alla base del poema sono la teoria della reincarnazione e lo spiritismo, attraverso cui due medium comunicano con amici e personaggi noti o ignoti dei più diversi tempi e civiltà. Le ombre decifrano i lati oscuri della vita individuale e le leggi del cosmo. A differenza di A vision di W. B. Yeats, la trilogia descrive i protocolli di sedute che, dai primi goffi tentativi ai dialoghi più intimi, sfociano in allegorie astrali di grande effetto scenografico. Il poema è poesia della duplicità e della metamorfosi e, con una rigorosa rivalutazione della dignità dell'epicureismo, offre una proliferazione sconcertante di immagini, artifici retorici, giochi verbali. Dei sofisticati ritmi delle poesie precedenti restano delle splendide, intense parentesi liriche (Samos). L'ironia s'intreccia alla polemica contro l'ignoranza, fino allo sdegno delle più alte sfere. Volutamente banalizzato, il discorso tende all'equilibrio di poesia e prosa. Alla conclusione, il poeta-medium interrompe il contatto con l'altro mondo e ne fissa il ricordo nella coscienza contemporanea. Tale ricordo riaffiora, con vari toni, nelle raccolte di versi successive: Late settings (1985) e The inner room (1988). In quest'ultima raccolta, di particolare interesse per il lettore italiano è la lunga lirica Walks in Rome.

M. è anche autore di due romanzi sperimentali: The seraglio (1957) e The (Diblos) notebook (1965); di tre testi teatrali: The immortal husband (1955), The bait (1960) e The image maker (1986); di una raccolta di prose: Recitative (1987) e di un ''libretto'' per voci e orchestra: Voices from Sandover (1988). In traduzione italiana è stata pubblicata solo una scelta di liriche: Da ''Divine Commedie'' e altre poesie (1991) e un'Autobiografia relativa agli anni del suo soggiorno in Italia dal 1945 al 1950 (1993).

Bibl.: R. Howard, Alone with America, New York 1971; A. Mariani, J. Merrill, in Novecento Americano, a cura di E. Zolla, Roma 1981; Id., Il luogo esotico nella poesia di J. Merrill, in L'esotismo nella letteratura angloamericana, a cura di E. Zolla, ivi 1982; R. Labrie, J. Merrill, Boston 1982; A. Mariani, J. Merrill: dalla lirica pura al saggio poetico, in Conoscenza Religiosa, 2 (1983), pp. 148-54; D. Lehman, C. Berger, J. Merrill: essays in criticism, Ithaca 1983; B. Tarozzi, J. Merrill, in In forma di parole, 5, 2 (aprile-giugno 1984), pp. 247-73; A. Mariani, Dal polilinguismo al metalinguismo: il linguaggio dantesco nella trilogia di J. Merrill, in Letterature d'America, 5, 22 (primavera 1984), pp. 127-60; J. Moffet, J. Merrill: an introduction to the poetry, New York 1984; R. Von Hallberg, American poetry and culture: 1945-1980, Cambridge (Mass.) 1985; M. Bacigalupo, Parole mutate per una realtà mutata, in Almanacco dello Specchio, 12 (1986), pp. 263-87; D. Perkins, The achievement of J. Merrill, in A history of modern poetry: modernism and after, Cambridge (Mass.) 1987, pp. 638-59; S. Yenser, The consuming myth: the work of J. Merrill, ivi 1987; J. Merrill: essays and tributes, a cura di K. McManus e B. Hainley, in Verse, 5, 2 (luglio 1988), pp. 21-66.

Vedi anche
prosa Espressione linguistica orale o scritta, non vincolata dalle regole metriche e ritmiche proprie della poesia; il termine è riservato specialmente all’espressione letteraria. prosa d’arte Nel linguaggio della critica letteraria, la prosa tipica dei frammentisti, in voga in Italia negli anni precedenti ... poesia Arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione; con una certa approssimazione si può dire che il significato di poesia è individuabile, nell’uso corrente e tradizionale, nella sua contrapposizione a prosa, in quanto i due termini ... letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano ... romanzo In linguistica e in filologia, lo stesso che neolatino (➔ neolatine, lingue); filologia romanzo, quella che ha per oggetto di studio, soprattutto comparativo, i testi letterari, antichi ma anche moderni, redatti nelle lingue romanze, e la cultura che essi esprimono.
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