Brooks, James L.
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, nato a North Bergen (New Jersey) il 9 maggio 1940. Sceneggiatore e produttore di serie televisive di grande successo (ha realizzato, tra l'altro, insieme a Matt Groening, la fortunata serie di animazione The Simpsons, 1989), ha esordito come regista per il grande schermo solo nel 1983, con Terms of endearment (Voglia di tenerezza), che l'anno successivo ha ottenuto ben cinque Oscar, tra cui uno per la miglior regia. La sua carriera, come del resto il genere delle sit com da cui ha preso le mosse, è stata sempre ispirata ai principi del miglior cinema americano classico.
Dopo gli studi giovanili alla New York University, entrò molto presto nel mondo della televisione, dove, lavorando per diversi anni come sceneggiatore e produttore, poté sviluppare le sue doti di ideatore di caratteri e di personaggi, divenuti poi molto popolari per il pubblico del piccolo schermo. Ha infatti realizzato alcune delle più celebri serie televisive d'oltreoceano, come Room 222 (1969-1974), Mary Tyler Moore show (1970-1977), Taxi (1978-1983). In seguito, ha portato nel cinema la sua passione per l'affresco sentimentale, in particolare in Terms of endearment, raccontando una complessa vicenda familiare al cui interno esplode la tragedia della malattia. Il film, interpretato da Shirley MacLaine e Debra Winger, è stato il suo maggior successo ed è diventato un modello per il melodramma hollywoodiano degli anni Ottanta. Sempre alternando l'attività cinematografica a quella televisiva, B. ha prodotto più di trenta film, firmando la regia di Broadcast news (1987; Dentro la notizia) con William Hurt e di I'll do anything (1994; Una figlia in carriera) con Nick Nolte. La sua capacità di dirigere gli attori e di mescolare toni ironici e commoventi è stata confermata dal film As good as it gets (1997; Qualcosa è cambiato) con Jack Nicholson ed Helen Hunt, entrambi premiati con l'Oscar per la migliore interpretazione. La qualità fondamentale di B., quindi, più che in un particolare talento per la messa in scena, risiede nella sua capacità di eclissarsi dietro i personaggi e le vicende narrate per valorizzarli. Prova ne sia l'insuccesso di un'opera più 'sperimentale' come I'll do anything, nata originariamente come musical, da cui però sono stati cancellati i brani cantati.Il suo apporto creativo alla serie dei Simpsons, nel controbilanciare il trionfo dei sentimenti di Terms of endearment, dimostra che il suo lavoro non può essere ricondotto semplicemente a un'apologia dell'istituzione familiare statunitense: il tratteggio caustico dei volgari protagonisti della serie a cartoni animati non è poi così lontano dal rilievo chiaroscurale dato ai personaggi dei suoi melodrammi da Oscar. Come produttore, B. ha mostrato la stessa coerenza: i film da lui finanziati sono, ancora una volta, indagini tragicomiche sul mondo della famiglia e degli affetti, come esemplificano titoli quali Big (1988) di Penny Marshall, War of the Roses (1989; La guerra dei Roses) di Danny De Vito, Jerry Maguire (1996) di Cameron Crowe.
L. Stefanoni, Cinema paratelevisivo, in "Cineforum", 1984, 223, pp. 75-76; S. Mitchell, Don't worry, be unhappy, in "American film", 1989, 7, pp. 44-49; A. White, The blinding of the light, in "Film comment", 1993, 5, pp. 62-67.