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MacDONALD, James Ramsay

di Luigi Villari - Enciclopedia Italiana (1934)
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MacDONALD, James Ramsay

Luigi Villari

Uomo politico britannico, nato il 12 ottobre 1866 a Lossiemouth (Scozia) da famiglia operaia. Giovanissimo, fu imbevuto di idee politiche di estrema sinistra e nel 1887 partecipò alle dimostrazioni socialiste di Trafalgar Square. Dal 1888 al 1891 fu segretario del deputato liberale Thomas Lough, e si dedicò allo studio dei problemi economico-sociali. Nel 1894 si unì all'Independent Labour Party fondato da Keir Hardie e fu eletto membro del London County Council (consiglio provinciale), dove s'impratichì di questioni amministrative. Fino ad allora le Trade unions si erano astenute dalla politicà, salvo che per una vaga alleanza coi liberali, e fu l'I. L. P., per ispirazione di M., che istituì il Labour Representation Committee nel 1899, per svolgere un'opera parlamentare, e alle elezioni del 1900 furono eletti tre laburisti; il M. stesso però rimase sconfitto. Aveva sposato nel 1896 Margaret Gladstone, nipote dello scienziato lord Kelvin,e dopo il matrimonio visitò le colonie britanniche, l'India e gli Stati Uniti. Nel 1906 il M. fu eletto deputato (per Leicester) insieme con altri 28 laburisti appoggiati dal Labour Representation Committee; essi divennero, così, un partito politico indipendente per opera di M., che ne fu scelto leader nel 1911.

Allo scoppiare della guerra mondiale il M. attaccò la politica interventista del ministero Asquith, mentre una parte dei laburisti diedero appoggio al governo, ciò che gli procurò molta impopolarità: egli si dimise allora da leader del partito. Combatté le misure di guerra che riteneva restrittive della libertà, come la coscrizione, ma insistette sempre sulla necessità di una pace di giustizia e della restaurazione del Belgio e delle provincie francesi invase. Scoppiata la rivoluzione russa, espresse la sua viva simpatia per essa, e alla conferenza di Leeds (giugno 1917) propose la formazione di soviet di operai e soldati sul tipo russo per la Gran Bretagna.

Il M. aveva intanto ispirato il programma del partito laburista "Labour and the new Social Order" in cui appoggiava la nazionalizzazione dei mezzi di produzione e altre riforme socialiste. Ma in altri scritti posteriori combatté la tesi d'impadronirsi del potere con la violenza. Alle elezioni del 1918, subito dopo l'armistizio, egli fu sconfitto, ma rientrò al parlamento a quelle del 1922 (per Aberavon), insieme con altri 140 laburisti, e divenne leader dell'opposizione. L'anno successivo i laburisti conquistarono 192 seggi e il M. si dichiarò disposto ad assumere eventualmente il potere. Il 21 gennaio i laburisti, appoggiati dai liberali, batterono il ministero conservatore ai Comuni, e il re invitò il M. a formare un ministero, ciò che egli fece. Non poté però mantenersi al potere che con l'appoggio precario dei liberali, e non poté emanare alcuna legge di marca socialista. Nel campo internazionale diede prova di qualità diplomatiche, e riuscì a indurre la Francia ad accettare il primo accordo negoziato coi Tedeschi (agosto 1924); nel settembre presentò il suo progetto per il protocollo di Ginevra sul disarmo e l'arbitrato, che però non fu ratificato. Suscitarono molto rumore la sua decisione di ristabilire le relazioni diplomatiche con l'U.R.S.S. e il progetto di accordare un prestito a quel governo, e, in seguito, l'intervento governativo per far ritirare il procedimento penale contro un giornalista comunista imputato d'incitamenti all'ammutinamento fra le truppe suscitò un uragano di proteste, e il ministero fu battuto ai Comuni (8 ottobre 1924). Il giorno seguente M. sciolse il parlamento. Durante la campagna elettorale fu pubblicata una lettera di G. E. Zinov′ev a nome della Terza internazionale al partito comunista britannico invitandolo a promuovere una rivoluzione nel paese. Ciò contribuì alla sconfitta dei laburisti, che furono ridotti a 151 nella nuova camera.

Tornato all'opposizione, il M. criticò spesso la politica del ministero Baldwin e, sebbene non fosse fra i promotori dello sciopero dei minatori né di quello generale della primavera del 1926, diede il suo appoggio morale agli scioperanti. Alle elezioni del maggio 1929, i laburisti conquistarono 288 seggi, divenendo così il partito relativamente più numeroso alla Camera. M. fu invitato di nuovo a formare un ministero, ciò che egli fece, ma anche questa volta, essendo i conservatori 260 e i liberali 58, egli si trovò a essere dipendente dall'appoggio di questi ultimi. Nel campo della politica estera prese l'iniziativa per una conferenza a Londra per il disarmo navale fra le Potenze firmatarie della convenzione di Washington, e nell'estate del 1929 si recò negli Stati Uniti dove riuscì a negoziare un accordo preliminare col presidente Hoover. Ma alla conferenza (gennaio 1930), non gli fu possibile giungere a un'intesa generale.

Nella crisi del 1930-31 la situazione finanziaria si aggravò sensibilmente per l'onere divenuto insopportabile dei sussidî ai disoccupati. Preoccupato di quanto gli riferiva Snowden, cancelliere dello scacchiere, il M. decise di ricorrere a misure di rigida economia; ma i colleghi, salvo lo Snowden stesso e Thomas, dopo di aver aderito alle sue proposte, subirono l'imposizione del Trade Union Congress, e le respinsero. M. offrì quindi le dimissioni al re, ma questi non volle accettarle e lo invitò a formare un ministero su basi nazionali. Abbandonato da quasi tutti i laburisti, egli riuscì ad assicurarsi l'appoggio dei conservatori e di parte dei liberali, ciò che gli diede una maggioranza di 50 voti ai Comuni e quindi il modo di far votare le più urgenti misure economiche e finanziarie. Il 7 ottobre sciolse la camera, e alle elezioni dello stesso mese (27 ottobre 1931) il ministero riportò una schiacciante vittoria. Ma la sua maggioranza risultò composta per la massima parte di conservatori (471, più 35 liberali nazionali, 33 liberali, e 13 laburisti nazionali). L'opposizione rimase limitata a 54 laburisti socialisti e 4 liberali lloyd-georgiani; degli ex-colleghi che avevano abbandonato M. il solo Lansbury fu rieletto. M., sebbene espulso dal suo vecchio partito, continuò a considerarsi laburista. Proseguì nella sua opera a favore del disarmo e della Società delle Nazioni e cercò di addivenire a una sistemazione definitiva del problema delle riparazioni e dei debiti interalleati a Losanna; riuscì nel primo compito, con l'appoggio dell'Italia, ma non ancora nel secondo. Accettò il progetto sostenuto dai conservatori, in vista tanto delle necessità finanziarie quanto delle sempre più alte barriere doganali elevate dai paesi esteri, e fece approvare una misura di protezionismo, per cui perdette l'appoggio di una parte dei liberali capitanati da sir H. Samuel. Nel campo della politica estera, nella primavera 1933, venuto a Roma per visitarvi il capo del governo italiano, ne accettò i propositi per la stipulazione del "patto a quattro". Molto operò per raggiungere l'accordo per il disarmo.

Il M. è autore di varî scritti politici, fra cui Socialism and Society (1905), Socialism and Government (1909), The Socialist Movement (1911), The Awakening of India (1911), Syndicalism (1912), The Social Unrest (1913), National Defence (1917), Parliament and Revolution (1919), Parliament and Democracy (1919), The Government of India (1919), A Policy for the Labour Party (1920), ecc.

Bibl.: C. W. Mullins, The Patriotism of R. M., Londra 1916; L. N. Le Roux, J. R. M., Parigi 1919; Iconoclast (M. A. Hamilton), The Man of Tomorrow, J. R. M., Londra 1923; id., J. R. M., Londra 1925; J. Bardoux, J. R. M., Parigi 1924; G. Glasgow, M. as Diplomatist (1924); U. D. C., The Diplomacy of R. M., Londra 1925; H. Hessell TIltman, J. R. M., Londra 1931.

Vedi anche
Stanley Baldwin Statista inglese (Bewdley 1867 - Astley, Worcestershire, 1947). Deputato conservatore ai Comuni (1908), cancelliere dello scacchiere (ott. 1922) con Bonar Law, gli successe l'anno dopo come primo ministro. La politica protezionistica del suo governo fu contrastata efficacemente dai laburisti, che (dic. ... James Keir Hardie Hardie ‹hàadi›, James Keir. - Uomo politico (Legbrannock, Lanarkshire, 1856 - Glasgow 1915). Operaio, segretario dei sindacati dei minatori scozzesi (1886), ottimo giornalista, iniziò (1888) la campagna per la creazione di un partito laburista indipendente. Alle elezioni del 1892 fu il primo e unico ... Clement Richard Attlee Attlee ‹ä´tli›, Clement Richard. - Statista inglese (Putney, Londra, 1883 - Londra 1967); sindaco di Stepney nel 1919 e deputato laburista di quel collegio dal 1922; sottosegretario alla Guerra nel primo gabinetto MacDonald (1924); quindi, nel secondo, cancelliere del ducato di Lancaster e ministro delle ... Lord Herbert Henry 1º conte di Oxford e di Asquith Asquith, Lord Herbert Henry 1º conte di Oxford e di. - Statista inglese (Morley, Yorkshire, 1852 - Sutten Courtney, Berkshire, 1928). Deputato liberale ai Comuni dal 1886, ebbe il portafoglio dell'Interno (1892-95) nel ministero Gladstone. Nei contrasti in seno al partito liberale riguardo alla guerra ...
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    Uomo politico inglese (Lossiemouth, Moray, 1866 - Oceano Atlantico 1937). Tra i fondatori del Labour party, guidò i governi laburisti del 1924 e del 1929-31. Adottò misure restrittive per fronteggiare la crisi economica scontrandosi con i sindacati. Dal 1931 al 1935 guidò un governo di coalizione nazionale ...
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