Woods, James (propr. James Howard)
Attore cinematografico statunitense, nato a Vernal (Utah) il 18 aprile 1947. Il volto segnato dai tratti marcati, lo sguardo intenso, la recitazione nervosa e sottile, mai banale, hanno destinato W. soprattutto all'interpretazione di personaggi violenti, infidi, psicopatici o profondamente travagliati. L'originalità del suo talento, pur se indubbia, si è in parte dispersa in una filmografia ampia e non sempre di qualità che spesso lo ha visto relegato in ruoli secondari anche se di spessore, ma che gli ha comunque permesso di confermarsi nel corso degli anni attore versatile e dotato di grande fascino.
Figlio di un ufficiale dell'esercito, crebbe nella cittadina di Warwick (Long Island). Studente brillante, dopo aver vinto una borsa di studio per il Massachusetts Institute of Technology, a due mesi dal diploma abbandonò il college per seguire la vocazione di attore. Trasferitosi a New York nel 1968, ben presto arrivò sui palcoscenici di Broadway ottenendo riconoscimenti prestigiosi. Il suo esordio sul grande schermo avvenne nel 1972 con un film indipendente diretto da Elia Kazan, The visitors (I visitatori), amara riflessione sulla guerra del Vietnam che ebbe scarsa distribuzione. Seguirono ruoli minori anche se per registi importanti (Sydney Pollack, Arthur Penn, Robert Aldrich) ma solo nel 1979 si rivelò al pubblico come protagonista di The onion field (1979; Il campo di cipolle) di Harold Becker, film cupo e spietato in cui W. interpreta un poliziotto assassino. Nel corso degli anni Ottanta si sono susseguiti numerosi successi, come protagonista di Videodrome (1983), visionariocult movie di David Cronenberg; accanto a Robert De Niro in Once upon a time in America (1984; C'era una volta in America) di Sergio Leone, tra le sue migliori interpretazioni, nel ruolo del cinico Max, sino alla nomination all'Oscar nel 1987 come attore protagonista per Salvador (1986) di Oliver Stone in cui W. interpreta con forza drammatica e profonda umanità Richard Boyle, giornalista fallito e disperato alla ricerca di un riscatto personale sullo sfondo di una guerra civile che non lascia scampo. E ancora polizieschi di qualità, come Bestseller (1987) di John Flynn, Cop (1988; Indagine ad alto rischio) di James B. Harris, True believer (1989; Verdetto finale) di Joseph Ruben.
Nel decennio successivo ruoli minori, pur se resi con la consueta incisività, come in Casino (1995; Casinò) di Martin Scorsese, Nixon (1995; Gli intrighi del potere) di Oliver Stone, e Ghost of Mississippi (1996; L'agguato) di Rob Reiner, che gli ha consentito di ottenere una seconda nomination, si sono alternati a ruoli da protagonista intensi o autoironici, come in Killer: a journal of murder (1996; Killer ‒ Diario di un assassino) di Tim Metcalfe e in Vampires (1998) John Carpenter. Tra le ultime partecipazioni da ricordare True crime (1999; Fino a prova contraria) di Clint Eastwood, The virgin suicides (2000; Il giardino delle vergini suicide) di Sofia Coppola, Northfork (2003) di Michael Polish.