jammer
s. m. inv. Nelle telecomunicazioni, apparecchio che disturba le frequenze emesse da onde radio, che può essere utilizzato anche in situazioni o luoghi nei quali l’uso dei cellulari o di comandi tramite frequenze radio possono costituire un pericolo immediato, o anche per disturbare intercettazioni telefoniche.
• Per bloccare le comunicazioni ‒ spiega il Presidente dell’associazione di consumatori, Carlo Rienzi ‒ «esistono diverse soluzioni, dalle vernici schermanti ai cosiddetti “jammer”, strumenti in grado di isolare ambienti circoscritti». La Polizia postale vigilerà come sempre, ma anche gli insegnanti dovranno tenere gli occhi aperti. (R. C., Unità, 21 giugno 2011, p. 24, Cronaca Italia) • Le due voci al telefono parlano, ma dei loro affari sporchi, degli accordi e degli scambi illeciti, il carabiniere in ascolto non riesce a carpire nulla. E ancora: l’auto nuova, dotata di localizzatore satellitare, sparisce inspiegabilmente dal quadro di controllo. Ma non solo: le microspie piazzate dagli investigatori all’interno di locali o abitazioni del mafioso di turno non danno alcun segnale, sembrano praticamente morte. Tre strane circostanze, accomunate da un unico fattore: la presenza, nei pressi del telefono, nell’auto o all’interno di stanze e altri ambienti chiusi, di uno «jammer». Si tratta, in sostanza, di un inibitore di segnali emessi da telefoni cellulari ed altri dispositivi ricetrasmittenti. (Mara Chiarelli, Repubblica, 10 aprile 2012, Bari, p. II) • nelle zone a rischio, dal Vaticano al quartiere ebraico, oltre a telecamere e pattuglie sono attive misure anti-droni, i jammer che disturbano le onde radio. (Giuseppe Marino, Giornale, 25 novembre 2015, p. 10, Il Fatto).
- Dall’ingl. jammer, a sua volta derivato dal v. tr. (to) jam ‘disturbare’.
- Già attestato nella Stampa del 1° aprile 1986, p. 5, Dall’Estero (Vittorio Ravizza).