Fabre, Jan
Artista, regista e scenografo belga, nato ad Anversa il 14 dicembre 1958, dove si è formato all'Accademia reale di belle arti. Nipote dell'entomologo J.-H. Fabre (1823-1915), da lui ha ereditato l'interesse per gli insetti, sempre presenti nella sua ricerca come metafore del corpo e dell'esistenza umana: dal teatro, alle performances, alle opere visive (De Ontmoeting, 1987, L'incontro, opera-video in cui F. travestito da scarabeo dialoga con l'artista russo I. Kabakov travestito da mosca su una terrazza, con il profilo di New York alle spalle).
Gli insetti, il corpo e la guerra sono le metafore che caratterizzano i suoi lavori, all'interno dei quali si ritrovano, oltre alle sue conoscenze sull'arte, anche quelle relative alla filosofia, alla scienza e alla religione; riflessioni sul mutamento, sulla trasformazione, sulla metamorfosi e sullo scambio tra elementi percettivo-sensoriali e spirituali. F. ha lavorato anche sull'archetipo del labirinto e si è dedicato con successo al disegno e alla scultura. Negli anni Settanta del Novecento, come autore e regista, ha realizzato, tra l'altro, brevi film in bianco e nero in cui ha ripreso sé stesso nell'atto di compiere azioni comuni come respirare, accendere un fiammifero, e gesti provocatori come appoggiare una pistola alla tempia o coprirsi la testa con un sacchetto. Ha rielaborato con diversi linguaggi temi propri della tradizione fiamminga (la morte, la follia, la malattia, il peccato, la rigenerazione, la spiritualità).
Tra il 1978 e il 1979 ha realizzato De neus/Neuslaboratorium, una tenda-laboratorio in cui, oltre a interrogare la notte ed esplorare il mondo degli insetti, ha prodotto testi, disegni e sculture, e nel 1980 Ilad of the bic-art, una performance pubblica in cui ha fatto uso della penna Bic blu. Tra gli interventi d'arte, si ricorda, nel 1990 a Malines, il castello Tivoli completamente ricoperto di disegni realizzati con una penna a sfera, mentre una telecamera fissa riprendeva il suo lavoro; contestualmente mutavano le luci, le nuvole si muovevano e, infine, sopraggiungeva il buio. Nel 1979 ha diretto il suo primo spettacolo teatrale ad Anversa (Theater geschreven met een K is een Kater) e nel 1982 a Bruxelles (This is theatre like it was to be expected and foreseen). Rilevante, ancora, tra i lavori teatrali, Body, body on the wall (1997), in cui il ballerino W. Vandekeybus danzava con il corpo dipinto, oltre alla rielaborazione di una sua idea originale per il film Les guerriers de la beauté (2002) del regista francese P. Coulibeuf. Dopo avere debuttato alla Biennale di Venezia nel 1984 con The power of theatrical madness, ha partecipato a Documenta 8 di Kassel (1987) con Dance sections, uno studio preliminare a Das Glas im Kopf wird vom Glas (1990, De Vlaamse Opera di Anversa, musiche di E. Knapik). Di nuovo alla Biennale di Venezia (1990); poi a Documenta 9 di Kassel (1992) con Difficult Dreams. Ha partecipato anche alle biennali di São Paulo (1991), di Istanbul (1992 e 2001), di Lione (2000), di Valencia (2001). Oltre a mostre allo Stedelijk Museum di Gent e al Musée d'Art contemporain di Lione, gli sono state dedicate personali a Prato (Centro di arte contemporanea L. Pecci, 1994), a Roma (Galleria comunale d'arte moderna e contemporanea e Academia belgica, 2001), a Bergamo (Galleria d'arte moderna e contemporanea, 2003). Nel 2003, su invito della regina del Belgio, ha decorato la Sala degli specchi del Palazzo reale di Bruxelles con circa un milione di scarabei morti. Nel 2006 Anversa ha reso omaggio a F. con una retrospettiva intitolata Homo Faber allestita al MuHKA (Museum voor Hedendaagse Kunst Antwerp) e al KMSKA (Koninklijk Museum voor Schone Kunsten Antwerp). Nominato ambasciatore culturale delle Fiandre nel mondo (2001), nel 2005 è diventato condirettore artistico del Festival di Avignone.
bibliografia
J. Hoet, H. de Greef, Le guerrier de la beauté, Lonrai 1994.
A. Wesemann, Jan Fabre, Frankfurt am Main 1994.
Jan Fabre: arti & insetti & teatri, a cura di G. Celant, Genova 1994.
E. Hrvatin, Ripetizione, follia, disciplina: l'opera teatrale di Jan Fabre, Torino 2001.
À la recherche d'Utopia, Musée d'art moderne et contemporain, Nice 2003 (catalogo della mostra).
Intersezioni. Cragg, Fabre, Paladino al parco archeologico di Scolacium, a cura di A. Fiz, Milano 2005 (catalogo della mostra).