NERUDA, Jan
Scrittore cèco, nato a Praga il 10 luglio 1834, morto ivi il 22 agosto 1891. Terminati gli studî universitarî, trovò un'occupazione presso la redazione dei Národni Listy, dove i feuilletons settimanali gli procurarono presto notevole fama. I suoi numerosi viaggi in Europa e in Asia contribuirono molto ad allargarne l'orizzonte, a immettere nella giovane letteratura del suo paese una nota più decisamente europea, in un periodo in cui una generazione di studiosi e di patrioti aveva già creato una salda coscienza nazionale e un ardente desiderio di cultura, senza essere riuscita a spezzare l'atmosfera di provincialismo che gravava sulla Boemia. In seguito alla morte della sua fidanzata, che lasciò un solco doloroso nella sua vita, restò sempre scapolo e dedicò in pieno la sua vita alla causa nazionale. La stessa sua attività artistica non si può valutare giustamente qualora la si stacchi completamente dal piano nazionale e dalle polemiche politiche e sociali del risorgimento boemo.
A ragione lo si è definito tipicamente cèco: nessuna attitudine particolare al filosofare si ritrova in lui, il suo liberalismo, tutto pervaso di una generica nota sociale, è lontano da ogni estremismo, la sua arte ha le radici in Boemia, anche se i numerosi viaggi non sono passati senza effetto su di lui: da un lato hanno contribuito a fargli comprendere molte ristrettezze dell'orizzonte patrio, dall'altro una valutazione provinciale si affaccia qua e là anche quando ci parla di avvenimenti di altri paesi. Tutto boemo è a ogni modo quel senso dell'intimità, quell'amore del particolare che caratterizza la sua arte. Nessuna moda, nessuna scuola si rispecchia mai nell'opera sua, varia e non tutta dello stesso valore, in parte espressione di circostanze puramente occasionali.
I Malostranské Povídky (Racconti di Malá Strana) sono senza dubbio il suo capolavoro, l'opera sua a ogni modo artisticamente più unitaria. Il piccolo mondo antico del sobborgo praghese vi è raffigurato con fine ironia che non riesce a nascondere il fondo accorato dell'anima sua. Anche il pregio dei suoi Kosmické písně ("Canti cosmici", 1878) è tutto insito nella sua umanità e semplicità, cosa tanto più notevole per un periodo in cui la letteratura del suo paese subiva gli echi di una retorica d'imitazione vittorughiana. Le sue numerose raccolte di liriche, combattute talvolta dai contemporanei per motivi contingenti e locali, poi esaltate da certa critica cèca oltre ogni misura, contengono momenti di poesia vera, molto di occasionale, e presentano esse pure interesse per la valutazione del risorgimento cèco.
Tra le raccolte poetiche del N. si possono citare U nás (Da noi, 1858), Ballady a romance (1883), Prosté motivy (Motivi semplici, 1883), ecc. I lavori teatrali del N. sono invece di assai scarsa importanza. Svolse pure un'assai intensa attività di traduttore.
Bibl.: Assai buona per un'informazione generale la prefazione di J. Torrasca-Veselá alla traduzione italiana dei Racconti di Malá Strana, Torino 1930; Krjčí, J. N., Praga 1902; A. Novák, J. N., 3ª ediz., Praga 1921.