ŽIŽKA, Jan
Nato circa il 1360, morto l'11 ottobre 1424. Fu il più grande condottiero della rivoluzione ussita. Oriundo da una piccola proprietà di Trocnov (presso la frontiera boemo-austriaca), fu implicato nella guerra già durante la rivolta dell'alta nobiltà boema contro il re Venceslao IV; ebbe un'ottima scuola in Polonia durante la guerra contro l'ordine dei Cavalieri Teutonici (1410-1411) e dopo il ritorno in patria occupò un posto importante al servizio del re nella guarnigione della capitale. Lo scoppio della rivoluzione ne fece subito uno dei capi militari, durante il breve assedio di Praga da parte degli eserciti del re Sigismondo nel novembre 1419. Avendo ottenuto per la capitale una tregua onorevole sino alla primavera, si recò a combattere in campagna e fondò la fortezza di Tábor, dove creò le basi del suo esercito.
Non avendo a disposizione la cavalleria, bensì semplici contadini, li armò contro gli assalti degli "uomini di ferro" (cavalieri) con la geniale invenzione della "cinta di carri", formata da carri fortificati. Quando poi nell'estate del 1420 la crociata, condotta dal re Sigismondo, assalì Praga, vi si trovò anche Ž. con i suoi Taboriti, il quale con la sua celebre vittoria sulla montagna di Vítek (odierna Žižkov del 14 luglio 1420 paralizzò gli assedianti costringendoli ben presto a sciogliersi. Opera di Ž., in unione con Praga, fu anche la spedizione della primavera del 1421, la quale conquistò alla rivoluzione ussita la Boemia orientale, ed ebbe per conseguenza che la dieta generale riunitasi a Čáslav detronizzò Sigismondo e offrì la corona di Boemia al re polacco Jagellone. Però soltanto dopo che fu respinta la seconda crociata presso Žatec e dopo la totale sconfitta di Sigismondo presso Německý Brod (6 gennaio 1422), tutte e due vittorie ottenute da g. già completamente cieco, la corte polacca si decise a inviare in Boemia come regnante il principino Sigismondo Korybut. Ž. gli sottopose anche la città. di Tábor, cosicché sembrò che la rivoluzione riuscisse a creare una monarchia ussita. A tale grande idea politica Ž. non esitò a sacrificare anche il comando sopra Tábor. Ma la corte polacca richiamò nel 1423 il principino Korybut, dopo amre ottenuto dal re Sigismondo le concessioni politiche che desiderava. In questa situazione critica Ž. divenne nuovamente il punto di cristallizzazione dell'ordine. Egli riuscì a impedire la guerra civile, e quando, malgrado ciò, Praga si lasciò implicare nella guerra contro Tábor, Ž. la sconfisse presso Malešov (l'estate 1424): nel settembre dettò la pace generale, che ebbe per frutto la spedizione comune di tutte le fazioni della rivoluzione nella Moravia allora minacciata. In questa spedizione Ž. soccombette però a un'epidemia presso Přibyslav l'11 ottobre 1424.
Ž. seppe conquistarsi una straordinaria autorità non solo come condottiero che non aveva perduto nessuna battaglia ma per essersi saputa guadagnare la devozione di tutto l'esercito e del popolo. Nelle sue lettere si manifesta una profonda religiosità.
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