JĀTAKA ("racconti di nascite")
TAKA Così s'intitola il X libro del Khuildaka-nikāya (Suttapiṭaka V), che accoglie 547 narrazioni di vite del Buddha, anteriori a quella in cui egli ottenne la chiaroveggenza e il nirvāṇa.
La fede nella "trasmigrazione delle anime" permise d'identificare il Buddha con l'eroe, uomo o animale, di molte novelle popolari originariamente estranee al buddhismo. L'ammaestramento che se ne ricava non è infatti sempre morale nel senso proprio della parola, ma concerne la nīti, il "savoir vivre", l'esperienza del mondo. Il testo è misto di prosa e di versi. La parte poetica, la sola accolta nel Canone e tuttora inedita, contiene il germe della favola, della quale coglie il punctum saliens o la morale o i tratti caratteristici. Non è quindi da credere che le strofe (gāthā), una o molte, rappresentino frammenti di una versione poetica perduta; esse sono la trama della favola, in sé stessa compiuta, attorno alla quale i commentatori del Canone hanno intessuto i racconti in prosa pubblicati dal Fausböll e tradotti dal Cowell, che distano dall'età delle gāthā non meno di sette od otto secoli, appartenendo al sec. V d. C. Ventisette bassorilievi dello stūpa di Bharahat (sec. II o III a. C.) illustrano infatti episodî del Jataka, comprovandone la remota antichità.
Ediz.: v. Fausböll, The Jātaka, pāli text (voll. 7), Londra 1877-97. Trad. in ingl. da E.B. Cowell, in voll. 6, più indice, Cambridge 1895-1913.
Bibl.: T. W. Rhys Davids, L'India buddhistica, trad. di F. Belloni-Filippi, Firenze 1925, p. 190 segg.; M. Winternitz, Gesch. d. ind. Litteratur, II, Lipsia 1920, p. 89 segg.; A. Foucher, Les représentation de "Jatakas" sur les bas-reliefs de Barhut, Bibl. Guimet, XXX, Parigi 1908.