CAFFE, Jean-Antoine-Jerôme (Antonio)
Figlio di Pierre e di Louise Seyn (Sayn, Sain), fratello di Anselmo, nacque a Chambéry probabilmente il 1º gennaio 1737 e venne battezzato con il il nome di Jean-Pierre. Secondo François Jacquemont egli sarebbe nato nel 1744 (L. Séché, p. 22), mentre per R. Naz (p. 93) sarebbe da identificare con Claude-Louis, nato il 9 giugno 1738.
Studiò nel collegio della città natale ed ebbe come professore di teologia il domenicano giansenisteggiante Pierre-François Varot. Entrato nell'Ordine domenicano, venne inviato a Parigi, dove fu ordinato sacerdote nel 1768, sottoscrivendo, secondo la disciplina di Francia, il formulario antigiansenista di Alessandro VII. Lo stesso anno a Lione fu in rapporto con Rousseau, che era desideroso di esplorare la Savoia e visitare la Grande Chartreuse (lettera di Rousseau al C., Grenoble, 28 giugno 1768). Giovane sacerdote, il C. si distinse come predicatore popolare e nel 1772, secondo Jacquemont, riconobbe la "iniquità della bolla Unigenitus e del formulario antigiansenista" (L. Séché, p. 22). Per sottrarsi allora a vessazioni, si ritiro prima presso l'arcivescovo di Utrecht, poi a Chambéry (nov. 1772), dedicandosi alla predicazione in Savoia e in Francia. Nel '79 pubblicò anonima una dissertazione contro la esazione delle doti per l'ingresso nello stato religioso, in seguito ad abusi riscontrati presso le orsoline di Chambéry (A. Caffe a Degola, Parma, 7 ag. 1794, e Raccolta di opuscoli interessanti la relig., I, Pistoia 1783, pp. 1-81). Fu quindi ad Auxerre e nel 1785 a Tolosa, predicando anche in altre località. In questi anni di vita errabonda e solitaria maturò giudizi sempre più amari nei confronti della Chiesa che gli appariva in grave decadenza di dottrina e di costumi.
Tornato a Chambéry, il C. nel 1788 fu coinvolto nell'accusa di giansenismo per aver applicato l'etichetta di "venefici", nella biblioteca dei domenicani a lui affidata, a diversi libri non in linea con le sue idee teologiche, ivi incluse le opere di Billuart, Tournély, Gazzaniga e le Institutiones del Collet, usate nel locale seminario come testo scolastico. Il vescovo di Chambéry, Michel Conseil, e vari membri del clero diocesano provocarono l'intervento dell'avvocato fiscale di Savoia e della segreteria per gli affari interni del Regno di Sardegna. Un domenicano francese, amico del C. e come lui coinvolto in riti "convulsionari" (nel 1788, infatti, il C. aveva assistito nella chiesa di Fareins alla "crocifissione" di una giovane donna raffigurante la Chiesa in convulsioni), Wendelin de Baar, venne esiliato; alcuni domenicani savoiardi furono allontanati da Chambéry; lo stesso C. fu relegato ad Annecy, da dove fuggì a Parigi nel 1790, perché si riteneva mal sopportato nella sede coatta.
A questo punto la cronologia si fa incerta. Nel giugno 1791 il C. sarebbe stato trasferito a Garessio. Non è possibile stabilire se sia stato poi nuovamente in Francia, come parrebbe suggerire il rescritto con il quale mons. Solari gli concedeva licenza di rimanere nella diocesi di Noli come eremita ("in conventu parisiensi degens": supplica alla S. Penitenzieria, 2 nov. '91; rescr. del 30 ott. '92; L. Vivaldo, pp. 92, 94). Problematica è anche la partecipazione del C. alle assemblee nazionali degli Allobrogi a Chambéry nell'ottobre del '92: M. Perroud avanza seri dubbi (p. 76) e R. Naz, nondimeno, accetta il fatto senza discuterlo (pp. 103 s.).Certo è che nell'estate del '92 egli si stabilì a Noli e nell'autunno nel romitorio di S. Olcese, presso Noli stessa, circondato dalla premura dei giansenisti liguri. Dalla dimora nolese il C. usò scrivere al Degola manifestandosi tra l'altro sfavorevole alla costituzione civile del clero e al giuramento civico (S. Olcese, 17 giugno; 6 e 8 luglio '92: P. Savio, pp. 873, 875). Si dedicò anche a traduzioni di opere gianseniste dal francese in italiano e dall'italiano in francese. Nelle composizioni italiane fu assistito da mons. Solari, da Tommaso Vignoli e dallo stesso Degola, i quali a loro volta davano molto peso ai suoi giudizi. Importanti sono le osservazioni del C. all'opera di Vittore Sopransi, Riflessioni in difesa di mons. Ricci e del suo sinodo di Pistoia sopra la costituzione Auctorem fidei (28 genn. '96; v. P. Savio, pp. 129 s., 888-892).
Il C. distingue tra sede e vescovo sedente, S. Sede e papa; ripete inoltre il grido già elevato nel Testament spirituel (s. l., datato 30 sett. '89): una piaga universale, egli scrive, ricopre la Chiesa così come il corpo di Giobbe; il rimedio per essa non è più da attendere da un concilio ecumenico, ma "du grand miracle promis de son rétablissement par la mission d'Elie" (P. Savio, p. 891). Proprio all'influsso di queste idee del C. è da attribuire il particolare orientamento di E. Degola verso speranze millenaristiche.
A Noli tra il '95 e il '96 il C. compose Le principali verità della religione esposte in istruzioni e preghiere a preservativo de' fedeli contro la seduzione del mondo (P.Savio, pp. 876, 893 s., 902), opera riveduta da mons. Solari e stampata a Genova nel 1798 nonostante il Vignoli nutrisse timori, perché la trovava piena "del così detto giansenismo" (E. Codignola, I, p. 633; un esemplare a Parigi, Bibl. Nat., D. 49087).
Sempre inquieto e alla ricerca di un luogo di totale oblio, il C. nell'agosto del '96 s'imbarcò alla volta di Palermo e si ritirò in qualche dimora solitaria procuratagli forse dal marchese della Sambuca (P. Savio, p. 898).
Come informa il Degola, egli morì in Sicilia il 15 sett. 1799 (E. Codignola, I, pp. 615, 632).
Fonti e Bibl.: Archivio Segreto Vaticano, Carte Degola, Lettere, fasc. non num. (55 lettere del C. al Degola e a B. Solari, 17 giugno 1792-26 marzo '97, edite in parte da P. Savio, Devozione di mgr. A. Turchi alla S. Sede, Roma 1938, pp. 872-894); Utrecht, Rijksarchief, O. B. C., 1409; Ibid., Port-Royal, 4616 e 2105; Nouvelles ecclés., 8 ott. 1788, 6 febbr. 1789; Lettre d'un ecclèsiastique français à M. l'évêque de Chambéry, s.l.(8 ott. 1788); Carteggi di giansenisti liguri, a cura di E. Codignola, I-II, Firenze 1941, ad Indicem;E. Burnier, Portraits savoisiens: le père C., religieux dominicain de Chambéry, Chambéry 1859; A. De Gubernatis, E. Degola, il clero costit. e la convers. della fam. Manzoni, Firenze 1882, pp. 157, 163 s., 168, 179-181, 184, 187, 190, 203; L. Séché, Les derniers jansénistes, II, Paris 1891, pp. 22-24; L. Vivaldo, Mem. nolesi di mom. Bened. Solari, in Atti della Deputaz. di st. patria per la Liguria, sez. di Savona, XCVI(1944), pp. 69, 92-94; M. Perroud, Le jansénisme en Savoie, Chambéry 1945, pp. 72-77; R. Naz, Le père C. religieux dominicain de Chambéry, in Mém. et docum. publiès par la Soc. savoisienne d'hist. et d'archéol., LXXVII (1952-54), pp. 93-106; P. Stella, Ilgiansenismo in Italia…, I, 2, Piemonte, Zürich 1970, pp. 468-510.