Ingres, Jean-Auguste-Dominique
Pittore (Montauban 1780 - Parigi 1867). I critici propongono come fonti figurative della prima versione del Paolo e Francesca di I., olio su tela firmato e datato 1814, ora al museo Condé di Chantilly, lo stesso episodio eseguito da Flaxman nel 1807 e il dipinto di Coupin de la Coupière presente al Salon del 1812. Per l'ambientazione dell'episodio si è voluti ricorrere a fonte assai più remota e precisamente a un affresco in San Clemente a Roma, ascritto a Masolino.
La Francesca da Rimini di S. Pellico, rappresentata nel 1815, dovette verosimilmente ravvivare l'interesse per l'episodio dantesco, provato anche dalle numerose repliche del tema che I. stesso eseguì in seguito con la consueta, esigente cura formale. Una di queste, del 1819, ora al museo di Angers, fu a lungo ritenuta il prototipo della serie e differisce di poco da un'altra, di data incerta e appartenente a un collezionista parigino. La terza replica, forse del 1845, si trova al museo Bonnat di Bayonne e differisce dalle due precedenti per la base più ristretta del triangolo ove sono rappresentati i due amanti e per la sagoma scura di Gianciotto che risalta, per contrasto, su un raggio di luce proveniente dal fondo. Nella tela di Chantilly, dipinta per Carolina Murat, e nelle seguenti, l'atmosfera d'intenso romanticismo è sostenuta da una solida architettura compositiva grazie alla quale l'innaturale ma raffinato allungamento del collo di Paolo trova piena giustificazione formale.
I. ritornò ancora, seppure con minore felicità, sul tema di Paolo e Francesca, in una serie di altre tele che, con varianti minime, riprendono sostanzialmente la precedente composizione: ma le figure dei due amanti sono isolate, ravvicinate e invertite. La prima, forse del 1845, appartiene alla collezione Hyde di Glens Falls (New York); la seconda, eseguita verosimilmente tra il 1856 e il 1857 a Meung-sur-Loire, si trova a Londra e la terza è riprodotta come autografa, senza peraltro ulteriori precisazioni, da N. Schlenoff. Di entrambe le serie assai numerosi sono i disegni preparatori.
Bibl.-J.-A.-D. Ingres, Cahiers IX e X, pubblicati da H. Lapauze, Les dessins de J.-A.-D. I. du Musée de Montauban, Parigi 1901; C. Yriarte, Françoise de Rimini dans la légende et dans l'histoire, avec vignettes et dessins inédits d'I. et d'Ary Scheffer, ibid. 1883; M. Lapauze, I., sa vie et son oeuvre d'après des documents inédits, ibid. 1914, 190-192; G. Wildenstein, The paintings of J.-A.-D. I., Londra 1954, n. 121, 122, 123, 249, 282; H. Naef, Paolo und Francesca, zum Problem der schöpferischen Nachahmung bei I., in " Zeitschrift fiür Kunstwissenschaft " X (1956) 97-108; D. Ternois, I., Petit Palais, Parigi 1967, 156-157.