SAINTE-PALAYE, Jean-Baptiste de La Curne de
Erudito francese, nato ad Auxerre il 6 giugno 1697, morto a Parigi il 1° marzo 1781. Di nobile famiglia - il padre era stato gentiluomo del duca d'Orléans - poté dedicarsi agli studî classici e alle ricerche erudite d'archivio. Nel 1724 era ammesso all'Académie des inscriptions, e qualche anno dopo intraprendeva con solidità di dottrina lo studio della storiografia francese dei primi secoli, pubblicando o rivelando cronache ignorate o dimenticate, testi poco noti o mal noti, ed esercitando un'acuta critica sia sul contenuto sia sulla lezione manoscritta.
Da un'ignota Vie de Charlemagne a Froissart, egli percorse e interrogò il passato medievale, di cui volle investire l'aspetto sociale e spirituale più tipico in un'opera, che per il tempo rappresenta un vero acquisto per il sapere: Mémoires sur l'ancienne chevalerie, considerée comme un établissement politique et militaire (Parigi 1759-1781, voll. 3: con qualche testo inedito). Il S.-P. spese la sua intera vita intorno a quest'epoca, di cui ricercò i varî aspetti. Per la storia dei trovatori si recò in Italia (1739 e poi 1749), dalle cui biblioteche portò circa 4000 liriche provenzali, con tale messe di ricerche storico-linguistiche che permisero la prima diretta conoscenza di questa importantissima zona letteraria: e l'abbate Millot compilò da questo ricco materiale la prima Histoire des troubadours (1774, voll. 3). Dei suoi due grandi progetti, l'uno su un vasto Dictionnaire des antiquités françaises, e l'altro per un Glossaire de l'ancienne langue française, non restano che molte erudite memorie: del secondo fece conoscere il prospetto (1756, in 32 pagine), mentre il materiale linguistico fu poi assorbito dal grande dizionario di F.-E. Godefroy. Del S.-P. restano più di cento volumi manoscritti, di cui metà d'erudizione, molti importanti per le trascrizioni di poesie, testi, poemi dell'antico francese e dell'antico provenzale: la prima lingua egli conobbe meglio che non quella dei trovatori, e fra la poesia ch'egli per primo intese, è notevole l'edizione della cantafavola di Aucassin et Nicolette (Les Amours du bon vieux temps, Parigi 1760). Fra gli eruditi medievalisti del settecento, il s.-P. occupa un posto di primo piano.