BERTAUT, Jean
Uno dei più notevoli fra i numerosissimi ammiratori o imitatori del Ronsard. Nacque a Caen nel 1532 e morì nel 1611. Fu precettore del duca d' Angoulême, figlio naturale di Carlo IX, lettore e segretario di Enrico III, consigliere del Parlamento di Grenoble, primo elemosiniere di Maria de' Medici, vescovo di Séez. Tipo di transizione, egli prepara la via al Malherbe, pur dichiarandosi discepolo del Ronsard e del Desportes. È il poeta della galanteria, venuta di moda in Francia con Caterina de' Medici, senza alcuna impronta personale, e dei piccoli casi della vita quotidiana. Tuttavia alcune sue poesie religiose, ispirate dalla Bibbia, hanno una potente umanità e un penetrante senso di malinconia, che fa ricordare il Lamartine. Ecco un esempio:
Félicité passée,
Qui ne peux revenir,
Tourment de ma pensée,
Que n'ai-je, en te perdant, perdu le souvenir!
Ma sono accenti rari: il resto è eloquenza rimata. Dopo le edizioni delle Øuvres poetiques del 1601 e del 1605 e del Recueil de quelques vers amoureux del 1602, una nuova edizione delle opere poetiche fu curata da A. Chenevière, Parigi 1891.
Bibl.: Abbé Grente, J. B., Parigi 1903; J. Vianey, in Revue d'Histoire littér. de la France, 1904; G. Lanson, B. et l'Espagne, ibid., 1897; H. Vaganay, B. et Malherbe, ibid., 1912 e 1915.