BOUCHET, Jean
Poeta e storico francese, nato a Poitiers il 30 gennaio 1476, ed ivi stesso morto dopo il 1550. Procuratore come il padre, si guadagnò la protezione della potente famiglia dei La Trémoille, dalla quale ebbe l'incarico dell'educazione del principe Talmont, caduto poi giovanissimo alla battaglia di Marignano e da lui pianto nel Temple de bonne renommée (Paris 1516). Autore di moltissime opere in versi ed in prosa, o miste, s'acquistò larga notorietà, sia per la grande varietà degli argomenti trattati, di religione, di morale, di storia regionale, sia per la tendenza al moraleggiare e ad esaltare con tono retorico e affatto privo di critica, tutto ciò che fosse francese, anche se favoloso. Questi caratteri, che gli valsero la qualifica di "chaste et chrétien scripteur", fanno del B., specialmente nelle opere storiche, infarcite di leggende, di miracolii e di aneddoti, un continuatore della letteratura medievale, mantenutosi estraneo al benefico influsso della Rinascenza, ancorché non ignorasse l'opera di qualcuno dei nostri umanisti. Come poeta, si pose al seguito dei "grands rhétoriqueurs" e fabbricò, sotto titoli pomposi e bizzarri (Le jugement poétique de l'honneur féminin, Le labirynte de Fortune, Opuscules du traverseur des voyes périlleuses, Fleur et triomphe de cent cinq rondeaux, ecc.) non meno di cento mila versi; i quali, se gli meritarono allora l'elogio e l'amicizia del Rabelais, che giudicava i suoi scritti "tout doux et melliflues", è pur vero che son tutti prosaici, pesanti, verbosi.
Per gl'italiani, possono offrire un qualche interesse solo le sue opere che trattano di storia nostra, e Le Panégyrique du Chevallier sans reproche (Poitiers 1527), dove talune informazioni provengono dalla bocca dello stesso eroe quivi celebrato, che fu quel Luigi de La Trémoille rimasto ucciso nella battaglia di Pavia (1525); il Triomphe du très chrétien, très puissant et invictissime roy de France François Ier. (Poitiers 1549), malgrado il tono più da panegirista che da storico, e soprattutto Les Annales d'Aquitaine (Poitiers 1524) più volte ristampate ed accresciute dallo stesso autore, fino a comprendervi gli avvenimenti del 1545. Questo lavoro, con tutti i suoi difetti, non solo è il più importante, ma direttamente c'interessa perché tratta, fra l'altro, degli avvenimenti "des pays de Naples et de Milan", e il Bandello ne attinse la materia di parecchie sue novelle riguardanti personaggi, leggende e aneddoti francesi.
Bibl.: A. Hamon, Un grand rhétoriqueur poitevin: J. B., Parigi 1901; L. di Francia, Alla scoperta del vero Bandello, in Giorn. storico della letteratura ital., LXXVIII (1921), p. 298 e LXXX (1922), p. 105 segg.