CAZIN, Jean-Charles
Pittore, incisore e ceramista, nato il 25 maggio 1841 a Samer (Pas-de-Calais), morto il 27 marzo 1901 a Levandon (Var). Frequentò prima l'École gratuite de dessin, poi l'École spéciale d'architecture. Nel 1871 andò a Londra per fondarvi, col Leyros, una scuola artistica; fallita l'impresa, il C. eseguì, per la Fulham Pottery, una serie di oggetti in ceramica, generalmente con graziose decorazioni floreali (alcune al Lussemburgo, Parigi). Ritornato, dopo alcuni viaggi, in Francia, si stabilì a Boulogne. Qui eseguì Il Cantiere, la prima opera sua d'importanza, esposta al Salon del 1876. Seguirono una serie di dipinti di soggetto biblico, di cui rinnovò felicemente l'interpretazione, ponendo le scene nella vita e nell'ambiente moderno; il paesaggio di Agar e Ismael (Parigi, Lussemburgo) è quello in cui viveva il C.
Alcuni anni passati in Italia (1884-88) portarono il C. a una visione universale delle cose, per cui egli sotto un certo aspetto poté essere considerato come il successore del suo amico Puvis de Chavannes, di cui completò gli affreschi al Pantheon di Parigi. Abbandonato il quadro a soggetto storico e letterario, il C. si occupò solo del paesaggio, lasciando alla figura umana una parte sempre più secondaria e complementare. Al suo primo saggio, La journée faite (Museo di Lione), che si riattacca direttamente al Millet, seguono una serie di pitture, notevoli per la rappresentazione delle variazioni atmosferiche (nebbie, piogge, crepuscoli, ecc.). Il problema della figura trattata come elemento decorativo occupò l'artista negli ultimi anni, come mostrano i varî schizzi preparati per cicli più vasti (Giovanna d'Arco, Ulisse, Giuditta), mai eseguiti.
Bibl.: L. Bénédite, J.-C. Cazin, Parigi 1901; H. Vollmer, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912.