BEAUMETZ, Jean de
Pittore documentato dal 1361 al 1396, attivo principalmente in Borgogna alla corte di Filippo l'Ardito. Il nome B. doveva designare con ogni probabilità il luogo di nascita del pittore, poiché nel Nord della Francia (dip. Pas-de-Calais e Somme) il termine compare più volte come toponimo. La prima menzione di B. risale al gennaio del 1361, quando è ricordata la sua attività a Valenciennes; si trovava a Parigi intorno al 1371 e ancora nel 1376, quando successe a Jean d'Arbois come pittore e valet de chambre del duca di Borgogna, Filippo l'Ardito (1342-1404). Il 5 maggio del medesimo anno B. lasciò Parigi per Digione dove, grazie a numerosi documenti, è possibile seguirne l'attività fino alla morte, avvenuta il 16 ottobre 1396.Il costante aumento dei suoi guadagni, dei continui donativi, l'importanza delle opere commissionategli e il sempre crescente numero degli aiuti di cui si avvalse testimoniano la stima di cui B. godette presso il duca di Borgogna. Attivo a opere diverse (dipinse per es. il carro della duchessa, finimenti, stemmi e statue; nel 1395-1396 attese alla doratura del sole di una meridiana scolpita da Sluter), fino al 1378 lavorò alla decorazione dell'oratorio del palazzo ducale di Digione, dal 1381 al 1395 al castello di Montbard e dal 1384 al 1395 a quelli di Argilly, di Rouvres-en-Plaine (1387) e di Germolles (1388-1390). La sua attività principale, tuttavia, fu quella svolta presso la certosa di Champmol, mausoleo dei duchi di Borgogna, fondata da Filippo l'Ardito al principio degli anni ottanta, alle porte di Digione. Dopo aver decorato la volta della chiesa nel 1387-1388, nel marzo dell'anno successivo iniziò a dipingere le tavole (ventisei) destinate alle celle dei monaci e del priore. Il lavoro non era terminato quando, nel 1395, B. iniziò a dipingere sette grandi polittici. Nel 1389 intraprese la decorazione dell'oratorio ducale nella certosa, comprendente un trittico con l'Incoronazione della Vergine nello scomparto centrale, la Visitazione e l'Annunciazione in quelli laterali; ancora nel 1486 il polittico era collocato sull'altare, come testimonia Lengherand (Chipps Smith, 1985). Nel 1393 il duca incaricò B. di recarsi con Claus Sluter a Mehun-sur-Yèvre per vedere alcune sculture che suo fratello, il duca di Berry, aveva commissionato ad André Beauneveu; l'anno seguente egli si recò a Bruges al seguito di Filippo l'Ardito.Due tavole di dimensioni simili, entrambe raffiguranti una Crocifissione con un monaco certosino in preghiera (Parigi, Louvre; Cleveland, Mus. of Art), sono state identificate da Sterling (1955) come parti superstiti delle serie di tavole che B. iniziò nel 1389 per la certosa di Champmol. Le piccole differenze di stile e di esecuzione tra queste due opere potrebbero giustificarsi con la presenza di collaboratori attivi accanto al pittore.L'attribuzione all'artista borgognone di una Vergine con il Bambino (New York, Coll. Frick), proposta recentemente da de Winter (1987), non appare del tutto convincente.Dal suo probabile incontro a Parigi con pittori e miniaturisti profondamente legati alla cultura senese, B. avrebbe ricavato il gusto per composizioni sobrie e un innegabile senso per esiti calligrafici o addirittura per un certo preziosismo. La resa sottile delle stoffe e degli incarnati, invece, come anche lo slancio mistico dei due certosini, sembrano piuttosto di ascendenza nordica. Pittore ufficiale dei duchi di Borgogna, prima di Malouel e di Bellechose, B. è l'ultimo rappresentante di quell'estetica aristocratica e raffinata, ormai antiquata, che già Jean de Bondol e Melchior Broederlam avevano cominciato a mettere in discussione.
Bibl.: C. Sterling, Oeuvres retrouvées de Jean de Beaumetz, peintre de Philippe le Hardi, in Miscellanea Erwin Panofsky, Bulletin des Musées Royaux des Beaux-Arts 4, 1955, pp. 57-80; M. Meiss, French Painting in the Time of Jean de Berry, III, The Limbourgs and their contemporaries, London 1974, I, pp. 12-15; S. Laveissière, s.v. Beaumetz, in Dictionnaire des artistes et ouvriers d'art de Bourgogne, I, Paris 1980, pp. 32-34 (con bibl.); Les Fastes du Gothique. Le siècle de Charles V, cat., Paris 1981, nr. 326, pp. 376-377, 431-432; J. Chipps Smith, The Chartreuse de Champmol in 1846: the earliest visiter's account, GBA, s.VI, 106, 1985, pp. 1-6; P. M. de Winter, Art from the Duchy of Burgundy, The Bulletin of the Cleveland Museum of Art 74, 1987, pp. 409-412.D. Thiébaut