SCHELANDRE, Jean de
Poeta e gentiluomo, nato a Verdun, nel 1585, morto nel 1635. Servì e si batté valorosamente agli ordini di Turenne e morì in seguito alle ferite riportate. Egli è un fedele seguace di Alessandro Hardy, il creatore della tragedia francese moderna, che, dapprima, nel 1599 e definitivamente nel 1606, fonda all'Hôtel de Bourgogne la prima compagnia stabile. Seguendo l'immensa opera del maestro, lo Sch. pubblicò nel 1608, sotto il nome di Daniel d'Aucheres - anagramma del suo nome - la famosa tragedia Tyr et Sidon... ou les funestes amours des Beléar et Méliane. Nei 20 anni successivi, la rimaneggiò continuamente e nel '28 ne pubblicò una seconda edizione, trasformandola in tragicommedia.
Questo titolo non vuol già dire che il dramma risulti da una mescolanza di tragico e di comico, ma solo che i personaggi, le azioni, il "decoro" son presi dalla vita comune e che sono volutamente infrante le cosiddette leggi dell'unità di tempo e di luogo. L'opera è deturpata da una "spaventosa oscenità", da ridicoli "concetti" giuochi di parole, allitterazioni - O mer! amère mère à la mère d'Amour! - Tuttavia, la potenza di alcune situazioni, il pathos di alcuni accenti fanno pensare - nota il Darmesteter - a Corneille.
Bibl.: J. A. Aulard, Un romantique en 1608: Les théories dramatiques de J. de S., Parigi 1883; E. Rigal, A. Hardy et le Théâtre franç. à a fin du XVIe et au commercelent du XVIIe siècle, ivi 1890: G. Lanson, The Théätre classique au temps d'A. Hardy, in Hommes et livres, ivi 1895; R. Harmand, Un poète tragique lorrain, J. de Sch., in Bull. de la Soc. arch. lorraine, 1908.