Scultore e architetto (n. 1510 circa - m. Bologna fra 1563 e 1568). Originario della Normandia, lavorò a Rouen (1540) per la cattedrale e per Saint-Maclou. A Parigi, dal 1541, realizzò il tramezzo di Saint-Germain-l'Auxerrois, di cui rimangono la Deposizione e gli Evangelisti (Louvre), e la decorazione dell'attuale Musée Carnavalet (Le Stagioni, 1547) e di parte della Fontana delle ninfe (1549, Louvre). Scultore del re dal 1546, collaborò felicemente con P. Lascot al Louvre (allegorie nella "corte quadrata", cariatidi della "tribuna dei musicisti"), finché, essendo di religione riformata, dovette rifugiarsi a Bologna (1562). L'arte personalissima di G., raffinatamente classicista e che risente delle eleganze formali dei manieristi italiani operanti alla corte di Francia, rappresenta l'inizio della grande tradizione rinascimentale francese. Il suo interesse per l'architettura e per la trattatistica antica e italiana dei secc. 15º-16º è testimoniato dall'alta stima che gli accordò anche J. Martin, autore della prima traduzione francese di Vitruvio (1547), per la quale G. realizzò una serie di incisioni.