FABRE, Jean-Henri
Uno dei più grandi entomologi francesi, nato a Saint-Léon (Aveyron) il 22 dicembre 1823, morto a Sérignan l'11 ottobre 1915. Di famiglia modesta, passò la sua giovinezza a contatto con la natura, e poiché suo padre non poté farlo continuare negli studî, dovette presto assoggettarsi a umili lavori. Ciò nonostante continuò a istruirsi e riuscì a entrare alla scuola normale per istitutori, di Avignone. Insegnò poi a Carpentras e ad Aiaccio; di qui passò al liceo d'Avignone, dove rimase quasi venti anni, finché (1871) abbandonò l'insegnamento per ritirarsi (1878) nel piccolo villaggio di Sérignan (Vaucluse).
I suoi studî e le sue pubblicazioni furono prima rivolti alla botanica; pubblicò anche una serie di volumetti destinati all'insegnamento, ma la sua opera capitale rimangono i Souvenirs entomologiques (edizione definitiva, serie I a X, Parigi 1919-1925; trad. italiana di C. Siniscalchi, Milano 1922-27). In questi 10 volumi sono raccolte osservazioni su quasi tutti gli ordini d'Insetti, con qualche puntata verso altri Artropodi; il maggior numero delle ricerche riguarda però gl'Imenotteri (melliferi e predato1i) e i grossi Coleotteri Coprofagi, dei quali egli studiò la biologia indagando particolarmente la loro vita di relazione, cioè i loro istinti e comportamenti. Le scoperte alle quali il F. teneva maggiormente sono quelle sulle modalità di paralizzazione della preda da parte degl'Imenotteri Sfegidi; sul sesso delle uova degli Apoidei solitarî; sulle ipermetamorfosi dei Coleotteri Meloidi, e qualche altra.
Esaltato in tutto il mondo negli ultimi anni della sua vita e circonfuso di un'aureola di celebrità, fu in seguito criticato e talora troppo aspramente da coloro che controllando ì suoi studî e le sue esperienze trovarono essere parecchi dei suoi reperti superficiali, incompleti o non corrispondenti a verità. Certamente il F. fu un biologo di grandi doti, ma la deficienza di alcune qualità tecniche, l'aprioristica ostilità che egli nutriva contro le idee evoluzionistiche allora dominanti (avversione che gli inceppò spesso la serenità della ricerca) e una certa tendenza alla fantasticheria hanno un po' diminuito il valore obiettivo della sua produzione. Scrittore brillante, arguto e avvincente, ebbe anche il merito di farsi leggere dalle persone estranee alla scienza e di diffondere così la conoscenza delle infinite meraviglie e dei misteri della vita degl'Insetti.